«La montagna insegna la correttezza»

Barzio Sala della Fornace gremita per i 40 anni della stazione Valsassina-Valvarrone del Soccorso alpino - Organizzata una serata con cinque amici del sodalizio, che hanno raccontato la loro passione per le vette

Quali sono i segreti per diventare un “leader”?

Cinque amici del Soccorso Alpino li hanno raccontati nella partecipata serata alla Fornace (strapiena) che ha celebrato i 40 anni di attività della Stazione Valsassina-Valvarrone, guidata da Alessandro Spada.

Ognuno ha raccontato i suoi, tutti però legati dal fil rouge della montagna, per diverse ragioni, rispondendo alle domande della giornalista Caterina Franci.

Le decisioni giuste

Tutti con la passione della montagna nel cuore perché «dà un valore aggiunto che poi trascini nel lavoro. Senso di responsabilità, lealtà, correttezza,J solidarietà. Tutto quello che la montagna mi ha insegnato, mi ha aiutato nel mondo del lavoro: preparazione, prudenza, saper scegliere i compagni giusti. Tutto quello che fai ti rimane dentro». Parole di Antonio Peccati, area manager di Allianz Bank con un passato da alpinista ed istruttore nazionale, guida alpina e per vent’anni anche nel Soccorso Alpino.

Altro punto di vista quello di Serena Caruso, pilota di elicotteri che sta completando la sua formazione professionale frequentando il Corso comando: «La montagna è un ambito in cui mi rigenero. Essere pilota di elisoccorso cambia la prospettiva e mette di fronte alla necessità di prendersi cura degli altri, come un direttore d’orchestra. Bisogna però gestire l’emotività degli altri e serve – ha detto – consapevolezza delle responsabilità nel prendere la scelta, essere resilienti, cambiare prospettive. Si lavora per gestire l’emotività. In soccorso serve avere conoscenza di sé e degli altri e l’emotività va intercettata prima».

L’alpinista Salvatore Panzeri si è definito «leader di me stesso. Nelle spedizioni alpinistiche di una volta ci stava che ci fosse un leader, un capo spedizione. La passione per la montagna, coltivata a bambino - ha detto – mi ha segnato la vita e mi ha portato a prendere decisioni giuste nella vita, una forza in più che mi sento di avere che mi ha aiutato anche dopo un brutto incidente. Mi avevano detto che sarei rimasto su una sedia rotelle o al più avrei camminato con un bastone ma ho tirato fuori tutta la forza che avevo e sono qui, cammino ancora».

Il fondatore del 118

Sergio Longoni, 81 anni, è ancora un imprenditore sulla cresta dell’onda: «Ho imparato ad essere umile, ad essere amico anche di chi non conoscevo. L’amicizia è stata il mio punto di partenza. Nel 1999 ho venduto Longoni Sport, ma dopo due, tre mesi mi sono sentito svuotato ed ho ripreso, aprendo Df Sport Specialist, ed oggi sono ancora qui a lottare tutti i giorni per sopravvivere alla concorrenza».

Il dottor Mario Landriscina, che ha fondato il 118 di Como e Lecco, è Jtornato sul concetto di umiltà: «Ho imparato a parlare con gli altri, cercare accordi, cosa bellissima e difficilissima. Siamo partiti dal niente per arrivare tutti insieme lì, ognuno con la sua divisa ed il suo sapere. Dietro a questo mondo – ha affermato – ci sono pulsioni, entusiasmi, lo stare vicino anche quando le cose non vanno bene per tenere insieme il gruppo. Anche con la responsabilità».

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