«La fatica di diventare mamma»

Cassago Elena Ghezzi ha raccontato la sua lotta contro l’endometriosi e l’infertilità in un libro - Raccolta fondi per pubblicare. «Ora ho una bimba di due anni e mezzo, ma è stato un miracolo»

Elena Ghezzi è una mamma di 39 anni, con una bambina di due anni e mezzo, bionda, bella e dolce come lei. Nessuno potrebbe immaginare la fatica che ha fatto per avere la sua Ada se non fosse per il libro che ha scritto e per le anticipazioni che regala sul suo profilo Instagram aspirante_mamma, in attesa della pubblicazione con Bookabook. Si parla di infertillità ed endometriosi, due parole che fanno paura e che lei ha dovuto fronteggiare a 33 anni.

La scoperta dei problemi

«Io e il mio compagno volevamo un bambino, ma i figli non arrivavano - racconta -. Allora, come sempre avviene in questi casi, abbiamo iniziato a fare tutti gli esami. A parte il fatto che io avevo una riserva ovarica un po’ bassa per la mia età, non sembrava ci fossero molti altri problemi. Nessuno specialista aveva mai parlato chiaramente di endometriosi, che è una malattia cronica non maligna, ma devastante per una donna perché in pratica la mucosa che ricopre l’endometrio esce dal suo habitat e intacca altri organi come la zona pelvica, il setto nasale o perfino i polmoni».

Comunque nessuno gliela diagnostica e anzi i medici le fanno fare subito la procreazione assistita. Solo che Elena sta sempre peggio, i dolori durante il ciclo aumentano.

L’intervento

«A quel punto ho trovato un medico al San Raffaele che, vedendo delle aderenze, era l’unico a suggerirmi un intervento in laparoscopia, mentre gli altri me lo sconsigliavano perché dicevano che rovinava le ovaie. Alle fine mi decido, faccio l’intervento e anziché stare in ospedale due o tre giorni ci sto un mese intero. Avevo una endometriosi polmonare, gli anestesisti non riuscivano più a svegliarmi, il polmone collassava visto che il diaframma era stato intaccato. Quindi mi hanno intubato e messo l’espansore nei polmoni. Quando sono uscita dall’ospedale ho dovuto prendere ancora la pillola e avevo solo il 3-4 per cento di restare incinta. Praticamente zero».

Però poi è successo un miracolo, è andata al santuario di Arenzano con una sua amica con lo stesso problema, e dopo poco entrambe sono rimaste incinta spontaneamente.

«Io lavoro nel marketing, sono una comunicatrice -. racconta Elena che ieri ha presentato il libro a Cassago con Iacopo Tandoi, il medico che l’ha curata - ma in quel periodo mi ero chiusa in me stessa. Non volevo raccontare a nessuno il dramma che stavo vivendo. Intanto avevo il senso di colpa di essere la responsabile di non poter dare figli al mio compagno, poi avevo il peso delle critiche. La gente accusa noi giovani di non voler far figli, di pensare solo a noi stessi, al lavoro, alla carriera ma tanti come nel mio caso li vogliono ,solo che non arrivano». «La cosa peggiore era la gente che mi fermava per strada e mi diceva “ah ma allora questi figli perché non li fai?”. Io rispondevo in maniera evasiva perché mi veniva da piangere e loro diventavano più invadenti. Per questo ho scritto il libro, per esorcizzare il dolore in realtà, ma ho deciso di pubblicarlo per aiutare altre donne che come me, magari tengono tutto dentro mentre il mondo le addita come quelle che non vogliono far figli. Io non dicevo niente al lavoro, giravo un ospedale dietro l’altro e chi non mi conosceva diceva “guarda quella li che va via tutti i week end”». Chi vuole contribuire alla pubblicazione del libro può partecipare alla raccolta fondi su https://bookabook.it/libro/aspirante-mamma/

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