La Cassazione annulla la condanna all’ex badante di Carlo Gilardi

Annullata dalla Cassazione la condanna per Brahim El Mazuory, 36 anni, ritenuto responsabile nei precedenti due gradi di giudizio di circonvenzione di incapace nei confronti di Carlo Gilardi, deceduto a 92 anni nell’ottobre 2023, e di cui era stato per lungo tempo badante.

Annullata la condanna per Brahim El Mazuory, 36 anni, ritenuto responsabile nei precedenti due gradi di giudizio di circonvenzione di incapace nei confronti di Carlo Gilardi, deceduto a 92 anni nell’ottobre 2023, e di cui era stato per lungo tempo badante. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione di Roma nella giornata di martedì. La sentenza ha cancellato la condanna a un anno e otto mesi rimediata dal marocchino nel processo di primo grado svoltosi nel tribunale di Lecco. Condanna che era poi stata confermata nel processo di appello svoltosi nel tribunale di Milano. Dopo la sentenza della Corte di Cassazione, il processo dovrà quindi essere rifatto.

Le motivazioni della sentenza non sono ancora state rese note ma l’avvocato Mattia Alfano, che in Cassazione ha sostituito il collega Nicolas Pistollato, legale di El Mazoury nei primi due gradi di giudizio, sostiene che durante l’ultimo processo sia emerso chiaramente il fatto che Gilardi fosse in grado di intendere e volere.

«Noi legali della difesa - ricorda Alfano - abbiamo sempre ritenuto che mancasse la prova che le elargizioni di Gilardi fossero state fatte a suo danno. Appare evidente che il tribunale in passato abbia considerato legittime le donazioni che Gilardi aveva fatto a cittadini italiani mentre riteneva non lo fossero quelle a favore di cittadini stranieri, che infatti sono finiti a processo». Oltre a El Mazuory, davanti ai giudici erano comparsi altri quattro stranieri, tutti assolti.

Alfano parla di una «presunzione di colpevolezza nei confronti dei soggetti coinvolti a prescindere dai controlli». E ricorda un fatto curioso. «Quando Gilardi bonifica 18 mila euro a El Mazuory scrive come causale “restituzione prestito”. Potremmo dire che è inverosimile ma la Procura avrebbe dovuto effettuare dei controlli».

C’è poi un altro fatto che l’avvocato sottolinea. «Quel bonifico fu fatto da Gilardi quando era già sotto il controllo dell’amministratrice di sostegno che aveva stabilito di concedergli la possibilità di disporre di 25 mila euro all’anno per donazioni. Se però la volontà di Brahim fosse stata quella di rubare soldi, visto che poteva prenderne 25 mila, perché accontentarsi di 18 mila?».

Anche se per El Mazuory non c’è ancora una sentenza di assoluzione, i difensori sono soddisfatti per il risultato raggiunto. «Fin dall’inizio - conclude Alfano - l’avvocato Pistollato ed io siamo stati convinti che Carlo fosse perfettamente in grado di intendere e di volere. È quello che è stato stabilito anche dalla Corteo europea dei diritti dell’uomo che era giunta alla conclusione di affermare che nessuno si era preoccupato di accertare quale fosse la volontà di Gilardi quando era stato ricoverato all’Airoldi Muzzi di Lecco. Si era infatti dato per presupposto che fosse una persona che non sapeva attendere ai propri bisogni. Ma non era così».

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