Imbersago, Dall’alto lago fino all’Adda
Incidente sfiorato a causa dei cervi

Imbersago Tamponamento l’altra sera sulla Sp 56 a causa dell’attraversamento degli ungulati Il responsabile Utr Brianza: «È il primo avvistamento qui, notiamo una notevole espansione»

E adesso si fanno vedere persino i cervi ad Imbersago.

L’altra sera verso le 23 infatti due auto che percorrevano la strada provinciale 56 hanno fatto un lieve tamponamento per evitare due esemplari che stavano attraversando di corsa la strada. Nessuno degli ungulati è stato colpito o ferito ma si sono rapidamente dileguati nei boschi.

Pochi danni

Lievi i danni alle due auto, il conducente della prima infatti ha inchiodato i freni per evitare di investire gli animali e quella che seguiva non è riuscita a frenare in tempo per evitare il tamponamento. I due autisti hanno deciso di chiamare le forze dell’ordine per la rilevazione dell’incidente ed hanno raccontato ai carabinieri che era stato l’attraversamento dei cervi a causare lo scontro. Si tratta a quanto pare del primo avvistamento di questi ungulati così a sud nel territorio provinciale e non sembrano esserci dubbi sull’identificazione. Come noto sulla collina di Imbersago ci sono dei caprioli, ma confonderli è abbastanza difficile visto che sono animali di taglia decisamente diversa. Un capriolo pesa dai 10 ai 25 chili, la femmina di cervo può arrivare a 150 chilogrammi, il maschio è inconfondibile per l’enorme palco e può arrivare a pesare tra i 200 ed i 250 chili.

«È plausibile – rileva Roberto Facoetti, tecnico faunistico responsabile del monitoraggio e contenimento degli ungulati in provincia di Lecco per l’Utr Brianza, l’ufficio territoriale regionale competente in materia dal 2016 – perché stiamo notando una notevole espansione dei cervi sul territorio provinciale. Sono animali con una certa mobilità che si raggruppano in branchi abbastanza grandi, anche fino ad un centinaio di capi, e abbiamo visto che dalla zona nord della provincia dove sono tradizionalmente più numerosi si sono spostati anche più a sud. Ce ne sono ad Esino, ma anche nella zona del Resegone, e potrebbero essere arrivati a sud passando per la valle dell’Adda».

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