Accoltella la compagna, poi tenta di bruciare casa: fermato 66enne residente a Lomagna

E’ stato trovato in giro per Mariano, una quarantina di ore dopo aver aggredito con un coltello da cucina la donna con cui condivideva la casa di via Montegrappa al civico 22, in un seminterrato. Salvatore D’Addetta, 66 anni, originario della Puglia, formalmente residente a Lomagna (Lecco) ma di fatto domiciliato nella casa in cui è avvenuto il fatto di sangue, è stato portato in caserma dei carabinieri nel pomeriggio.

La segnalazione è stata girata al pubblico ministero che sta seguendo il fascicolo, Giulia Ometto. L’uomo è accusato di tentato omicidio, rapina e anche di incendio. E’ stato sottoposto a fermo e domani verrà sentito dal giudice delle indagini preliminari di Como.

Pare che nell’operazione dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Cantù, sia stata anche ritrovata l’arma, un coltello da cucina di 20 centimetri che – al contrario di quello che era sembrato in un primo momento – il sospettato non si era portato via ma era ancora nella casa di via Montegrappa dove nella notte tra domenica e lunedì, a mezzanotte, era avvenuta l’aggressione. Al momento di andare in stampa non si conoscono altri dettagli in merito al fermo del sospettato.

D’Addetta aveva fatto perdere le tracce subito dopo avere inferto le pugnalate alla vittima (ben 6), una donna di 56 anni di origine peruviana che da circa tre mesi l’aveva ospitato nel seminterrato dove viveva. Determinante per evitare l’esito tragico dell’aggressione era stato il ruolo giocato dal nipote della donna, ancora minorenne. Proprio quest’ultimo era infatti intervenuto salvando la zia dalle mani dell’aggressore e lanciando l’allarme.

Il giovane, che stava dormendo al momento delle prime coltellate – inferte in bagno dove la vittima era stata trascinata – si era svegliato di colpo riuscendo a strappare la donna dalle mani del compagno. L’uomo, forse sorpreso dall’intervento del ragazzo, aveva prima tentato in modo goffo di incendiare l’appartamento dando fuoco a un trolley e al letto, poi era fuggito a piedi, portandosi via una borsa con 500 euro e i beni della donna (da qui l’accusa di rapina). Il tutto mentre a Mariano Comense iniziavano a convergere i vigili del fuoco e i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile e della Tenenza della città.

Da quanto è stato possibile ricostruire, la signora peruviana si era trasferita in quella casa da pochi mesi, spazio che le era stato concesso da una donna che aveva conosciuto a Mariano. D’addetta e viveva invece in quei locali da meno di tre mesi, ma tanto era già bastato perché la vittima decidesse di allontanarlo.

E sarebbe stata proprio questa volontà della donna a scatenare la reazione di lui, con le sei pugnalate inferte nella notte all’ascella, al torace e al braccio sinistro, utilizzando un coltello da cucina della lunghezza di 20 centimetri.

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