Rischio valanghe ancora elevato, «Per ora meglio rimanere a casa»

Il Soccorso Alpino segnala condizioni molto pericolose dopo le ultime nevicate. Anemoli: «Possibili distacchi su tutti i versanti».

Scialpinismo, trekking ad alta quota e fuoripista? “Con il grado 3-4 di pericolo valanghe, si deve stare a casa. Senz’altro nei prossimi giorni”. Il consiglio, anzi il monito, è di Marco Anemoli, a capo della XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino Cnsas lombardo, che torna a mettere in guardia gli amanti della montagna, dopo le abbondanti nevicate dei giorni scorsi.

“In questo momento, non esistono zone meno a rischio di altre – osserva – Gli accumuli di neve sono tanti. C’è anche stata della pioggia e, se dovesse iniziare a tirare il vento, sarebbe peggio”. Con neve fresca e forti raffiche da sabato nelle conche, nei canaloni e dietro ai cambi di pendenza, infatti, si sono formati accumuli di neve ventata. L’abbondante neve fresca, così come gli accumuli in alcuni punti di spessore, possono distaccarsi spontaneamente a tutte le esposizioni.

“Naturalmente – prosegue Anemoli - le pareti disposte a sud si scaldano più facilmente, dunque le possibilità di distacchi aumentano. Però anche a nord i pericoli esistono e riguardano soprattutto il ghiaccio. In generale, dove c’è maggiore verticalità aumenta il rischio, specie nei canali. Ma con le precipitazioni nevose che ci sono state, il rischio è ovunque”.

Del resto, negli scorsi giorni la neve caduta è stata tanta: fino a oltre un metro a Bobbio e in Alta Valle. Chi desidera praticare attività invernali fuori dalle aree attrezzate, però, dovrà aspettare che il manto si consolidi. “Proprio a Zermatt, ieri, sono stati ritrovati morti cinque dei sei scialpinisti che erano dispersi da domenica sulle Alpi Svizzere – ricorda Anemoli – Bisogna avere buon senso, in questi casi, perché le temperature si stanno nuovamente alzando e bisogna fare attenzione. Il consiglio, ancora una volta, è quello di consultare sempre i bollettini della neve”. E proprio secondo il bollettino Aineva, nel nostro territorio il rischio maggiore è oltre i 1.500 metri di altezza e, in particolare, sulle pareti di Grigna, Zuccone Campelli e Resegone, ma anche sul monte San Primo, dove il grado di pericolo di valanghe rimane di 3, ossia marcato.

Specialmente dai bacini di alimentazione non ancora scaricati e ad alta quota e in alta montagna sono possibili valanghe asciutte di medie e, a livello isolato, di grandi dimensioni. Le valanghe possono distaccarsi di nuovo anche nelle tracce già precedentemente scaricate. Le escursioni con gli sci e le racchette da neve, così come le discese fuoripista, richiedono molta esperienza nella valutazione del pericolo di valanghe e una prudente scelta dell’itinerario, come ricorda il Cnsas. Se sulle Prealpi Lariane e quelle Bergamasche il rischio resta marcato, sulle Alpi Orobie e sulle Retiche Centrali e Occidentali è invece salito al grado 4, ossia forte.

Dopo le nevicate resta alto il rischio valanghe.

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