Lecco, progetto del Bione
Si cercano i soldi per il palazzetto

La struttura La posizione del sindaco Mauro Gattinoni -«Sul palasport da 550 posti avviato il confronto con la Regione per inserirlo tra le opere delle Olimpiadi»

Il progetto del nuovo Bione portato in commissione congiunta I e IV dall’assessore Emanuele Torri non convince (quasi) nessuno.

Neanche la maggioranza stessa. Ma è anche l’unica ipotesi concreta sul tavolo. Per cui bisogna capire se è ancora “potabile” o se bisognerà procedere con nuovi progetti o, magari, fare da soli. Ovvero se è possibile “aggiustare il tiro” delle aziende proponenti, o se il Comune dovrà realizzare da solo il centro sportivo comunale del Bione del futuro.

Il sindaco Mauro Gattinoni procede passo dopo passo: «Il 23 settembre – spiega - il Comune ha trasmesso ai proponenti le proprie considerazioni. Un documento di dieci pagine di richiesta di approfondimenti a fronte di una mole di allegati tecnici importante. Entro fine ottobre riceveremo le risposte e poi i nostri uffici avranno altro tempo per valutare se i chiarimenti sono sufficienti e coerenti con il pubblico interesse. Se fosse tutto sbilanciato sul privato o se per altri motivi fosse troppo oneroso, procederemo diversamente».

Margine

Le obiezioni presentate anche dalla minoranza non sono banali. «Evidenziano – ammette Gattinoni - alcune perplessità che sono anche di merito e non solo di procedura. Tutte specchiate nel documento di richiesta di approfondimento inviato alle ditte. In base alle risposte che avremo, capiremo che margine abbiamo per trovare un punto d’equilibrio».

Ma cosa convince di meno il sindaco? I soldi. «C’è tutta una parte di costo complessivo e di oneri finanziari che sono, rispetto a un anno fa, aumentati molto. È oggettivo. I tassi applicati sono molto onerosi, ma è anche vero che sono dovuti alle condizioni di mercato. E quel che mi ha stupito negli allegati è il piano gestionale. Non hanno presentato un preventivo entrate/uscite gestionale esteso per i vent’anni della durata dell’operazione. Una carenza grave. Vogliamo dei numeri in chiaro. Tutti gli accordi e gli affinamenti che vogliamo sono a libro aperto e ogni singola cifra deve essere significata e trasparente. Mentre qui manca il piano economico e finanziario. Diventa difficile capire la congruenza del progetto. Sulla parte gestionale non sappiamo molto. E poi sui 20 anni va tutto in tasca al privato? E quanto va in tasca al pubblico è poco, tanto, niente? Non c’è un piano gestionale. L’avranno anche, nei loro uffici, ma non ce l’hanno esposto».

Operazione

Insomma, non si sa se quest’operazione andrà in porto. Soccorrerà Regione?

«Il contatto con Regione – spiega il sindaco di Lecco - è sulla creazione di un palazzetto per le Olimpiadi. E questo rientra anche nella discussione con Varese e Como. Al momento abbiamo una stima nostra di un palazzetto ex novo per almeno 550 posti, la condizione minima per la A2 della Picco. La loro proposta è di un palazzetto per 330 posti. Anche insufficiente. Infatti loro l’hanno progettato, ma non sarà realizzato. Ci vogliamo pensare noi, adattandolo alle nostre esigenze. Potremmo usare il loro progetto con soldi che reperiremo altrove. Regione, bandi nazionali o un mutuo aggiuntivo, non si sa. Viceversa le criticità della proposta rimangono e vogliamo capire meglio cosa succederebbe nell’adottarla».

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