Lecco, centro spopolato: «Ma le case vacanze non hanno colpe»

Rischio spopolamento del centro. Giovanni Cattaneo, assessore all’attrattività e al turismo del Comune di Lecco, non lo vede legato alle case vacanza. «Sicuramente si mischiano temi molto diversi: non c’è un’unica causa per il fatto che ci siano meno residenti in centro. Innanzitutto sono meno i residenti in generale a Lecco. La denatalità morde di più, sicuramente, rispetto all’impatto che possano avere le case vacanza. Questo è il vero tema.

Anche se per incentivare la natalità bisognerebbe incentivare la possibilità data alle giovani coppie di poter avere una casa ad affitti calmierati o abbordabili. In questo senso il Comune potrebbe fare iniziative, anche se è un tema da affrontare a livello di sistema, non solo di Comune».

Detto questo, chi accede alla casa in affitto a Lecco, soprattutto in centro? Il turista o no? Per Cattaneo non c’è dubbio: «Il buon senso dice che le persone che stanno mettendo su famiglia, non hanno ancora un lavoro certo, preferiscono non impegnarsi con un mutuo e vanno in affitto. Le persone fragili, come gli anziani ma non solo, hanno anch’esse queste esigenze. Ma gli affitti del centro non sono abbordabili a queste due categorie di persone.

Anche perché, è vero, le case vacanza tendono a far lievitare gli affitti, visto che sono sul mercato turistico e non su quello residenziale. Ma le case vacanza non sono il male». La carenza di posti letto in strutture alberghiere, è un’altra delle ragioni del boom dell’extra alberghiera: «Anche l’ostello è extra alberghiero - spiega Cattaneo –, i Bed and Breakfast sono extra alberghiero e i camping. Per cui è vero che le case vacanza sono tante, ma coprono un “buco” di posti letto. Gli affitti “business” per chi viene qui 3-6 mesi (medici, manager, ingegneri, operai), sono un altro tipo di locazione , a capacità di spesa maggiore. E poi ci sono tantissimi studenti. Per cui la nostra preoccupazione come Comune è intervenire con il pubblico per riportare gli affitti a una dimensione più accessibile, con canoni per studenti e famiglie più bassi, il che vale non solo per gli immobili del centro, ma per tutti i rioni. Di immobili sottoutilizzati ce ne sono tanti».

Cattaneo si augura poi che aumenti il numero dei posti letto alberghieri: «Così si creerà più concorrenza con le case vacanza e i prezzi inevitabilmente scenderanno. Poi se nasceranno degli studentati, ci saranno più posti disponibili e dunque anche in questo caso scenderanno i costi per gli studenti. Non vedo una battaglia contro le varie tipologie di affitto».

Anche Claudia Pattarini, presidentessa dell’associazione di Host Airbnb “Ospiti per Casa” rifiuta l’etichetta di “spopolatori” del centro. «Noi siamo gestori privati, proprietari delle case che affittiamo. Il sistema business in tante città del mondo, invece, raccoglie e acquista immobili, smuovendo il patrimonio immobiliare “fermo”, o che aveva un utilizzo diverso. Ma la gestione business che compra anche intere aree per metterle a reddito, quella sì può alimentare la dinamica solo economica.

Lo spazio però viene concesso dai privati che hanno più interesse a vendere o affittare a queste attività, ma nei vuoti normativi lasciati dalla governance territoriale. Abbiamo sempre dato disponibilità a Comune e Provincia per ragionare di questi temi prima che ci travolgano. Bisogna che gli attori si siedano al tavolo e comincino a pianificare i flussi turistici. Noi ci sentiamo parte di questa responsabilità. La dinamica di tensione tra i bisogni dei residenti e dei turisti è sotto gli occhi di tutti e va governata da più punti».

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