«La chiusura della piscina del Bione per un mese poteva essere evitata»

«La qualificazione della decisione che avete preso come “inevitabile” appare fuorviante e non oggettivamente motivata». Quella di Marco Marchetti è una replica destinata a fare molto rumore non solo per la tesi, ovvero che la chiusura per un mese della piscina del Bione poteva essere evitata, ma anche per la profondità delle argomentazioni poste a sostegno di tale tesi.

In un documento di 24 pagine, l’ingegner Marchetti, promotore di una petizione che ha raccolto 190 firme, spiega nel dettaglio tutte le criticità riscontrate nella gestione dell’appalto da parte di Palazzo Bovara. «Resto sorpreso – esordisce Marchetti - dal fatto che il problema relativo alla “inadeguatezza del tetto per supportare i pannelli fotovoltaici e solari termici sia stato riscontrato dalla società appaltatrice solo in corso d’opera, e non già in fase di progettazione». Criticità che, come dimostra la perizia di variante approvata dal Comune a fine dicembre 2023, riguardavano l’intera copertura. Per individuarle, spiega Marchetti, sarebbe stato sufficiente «noleggiare una piattaforma di altezza adeguata, per poche ore, per salire in quota, e prendere visione dello stato esistente».

In fase di progettazione sono stati effettivamente condotti degli approfondimenti: in data 10 marzo, infatti, l’ingegner Fabio Roncoroni ha certificato che la copertura della piscina era statisticamente compatibile con l’installazione dei pannelli fotovoltaici. Tuttavia, precisa Marchetti, ci si è «posti il problema esclusivamente dal punto di vista strutturale e non anche dal punto di vista edile, circa l’involucro del pacchetto di chiusura orizzontale superiore» ovvero la copertura. La conseguenza di ciò è che il 14 agosto 2023 i lavori, aggiudicati alla Canobbio Group e partiti il 27 luglio, vengono sospesi a causa «dell’elevato degrado della copertura».

Già nel verbale di sospensione parziale si preannuncia la necessità di redigere una perizia dettagliata. Quest’esigenza è poi ribadita anche nel documento che sancisce la sospensione definitiva dei lavori, datato 23 novembre 2023. «Si deduce – sottolinea Marchetti - che siano stato persi 3 mesi per questa fase interlocutoria, durante la quale immagino sia stata reperita una parte delle risorse necessarie alla copertura dei lavori integrativi». Nella perizia di variante, per altro, si sostiene la necessità di introdurre «modifiche alle previsioni originarie di progetto per circostanze impreviste e imprevedibili».

Secondo Marchetti, «con il venire meno di una adeguata e approfondita analisi, tutto ciò che non si conosce può diventare fonte di “circostanza imprevista e imprevedibile”. Le lavorazioni indicate nella perizia di variante determinano un incremento del 42,46% della spesa complessiva prevista per l’intervento di efficientamento energetico della piscina. Ancora più rilevante, però, è la questione delle tempistiche. Secondo il programma dei lavori allegato al progetto esecutivo, rileva Marchetti, per il rilascio delle certificazioni e i collaudi sarebbero bastati 28 giorni. «Faccio ancora più fatica a comprendere perché non chiudere la zona vasca a luglio, - conclude l’ingegnere -, ovvero al termine dei corsi, avendo davanti una prospettiva di 3 mesi ancora per le lavorazioni finali in tempo utile per Ottobre 2024. A meno che il Programma Lavori di cui al Progetto Esecutivo fosse ritenuto non congruo/corretto in sede successiva»”.

La richiesta all’amministrazione ora è chiara: adoperarsi in ogni modo affinché il 5 maggio la piscina del Bione riapra

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