Attacco hacker alla clinica Synlab

Tutti gli utenti della nota clinica medica e diagnostica Synlab sono stati rimandati a casa nel pomeriggio. Il tutto non per problemi interni, ma per un attacco hacker ai sistemi informatici di Synlab Italia che ha messo letteralmente “KO” l’azienda. Sia direttamente contattata che sul suo sito, Synlab si è limitata a informare tutti i pazienti e i clienti di aver «subito un attacco hacker ai propri sistemi informatici su tutto il territorio nazionale. In via precauzionale, appena identificato l’attacco e secondo le procedure aziendali di sicurezza informatica, tutti i sistemi informatici aziendali in Italia sono stati immediatamente disattivati. L’azienda ha prontamente istituito una task force, costituita da professionisti interni ed esterni, ed è al lavoro per mitigare gli impatti e ripristinare quanto prima i propri sistemi, in collaborazione con le autorità competenti. Purtroppo, a causa dell’attuale situazione, informiamo i nostri clienti e pazienti che restano sospese, fino a nuova comunicazione, tutte le attività presso i punti prelievo, i medical center e i laboratori in Italia, incluso il download e il ritiro dei referti».

Naturalmente, anche se non causate da un disservizio colpa di Synlab, la stessa azienda lecchese «Si scusa per i disagi che stanno derivando dalla situazione sopra descritta e informa che non è in grado attualmente di stabilire quando l’operatività potrà essere ripristinata. Synlab manterrà informata la propria utenza sugli sviluppi della situazione attraverso i propri social media».

Che la questione sia molto seria è rappresentata dal fatto che tantissime persone avevano prenotato o dovevano ritirare esiti di visite ed esami. Anche il Synlab San Nicolò Centro Diagnostico presente in città dal 1970 e parte di un sistema di cliniche che riguarda nove regioni italiane, su Facebook ieri scriveva: «Vi invitiamo a contattarci privatamente attraverso le chat dei nostri canali social per segnalarci la vostra richiesta. Sarà nostra premura cercare di rispondere in privato ad ogni singola richiesta». Ma è naturale e logico che rispondere in tempo reale a tutti sia difficile in queste ore. Le chat Facebook e Instagram sono inondate di messaggi, alcuni anche molto pesanti, che chiedono quando e se arriveranno i referti, alcuni urgenti e molto importanti, ma soprattutto se saranno effettuate le visite e gli appuntamenti presi, magari mesi prima. Purtroppo è tutto fermo. Pare proprio che l’azienda non sia riuscita nelle prime ore a recuperare, neanche tramite i backup, le liste di pazienti e appuntamenti, senza le quali è difficilissimo organizzare l’attività. La frustrazione della clientela è tanta, pur comprendendo la portata dell’attacco hacker: tantissimi on line hanno messo in discussione la cibersecurity policy dell’azienda se, ieri, alle 17, ovvero 24 ore dopo l’attacco, la risposta a tutti, anche in privato, era sempre la stessa. «Ci dispiace, pazientate, vi avvisiamo noi quando ripristiniamo». Di più non è dato sapere.

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