Treni, più che un servizio una lotteria

Disagi Ieri mattina solo una corsa per Milano in orario, le altre sospese. Poi ritardi anche sopra un’ora. A Castione passaggio a livello in tilt per un’auto che non ha rispettato il semaforo, problemi nel Lecchese

Paradossalmente, a fare notizia ormai sono i pochi, pochissimi treni che partono e che arrivano a destinazione in orario. Proprio come il 2821, che ieri è giunto regolarmente in Stazione Centrale a Milano alle 11.40, come previsto, per la gioia dei parecchi viaggiatori a bordo.

Per il resto, invece, quella appena trascorsa è stata l’ennesima giornata di disastri in quanto a puntualità dei convogli e regolare circolazione sulla tratta.

Dalla ripresa completa del servizio ferroviario – all’inizio di settembre – non è passato nemmeno un giorno senza che Trenord abbia trasmesso almeno una notifica ai passeggeri in merito a cancellazioni, soluzioni alternative di viaggio o ritardi di varia entità.

Combinazione

Sfortunata è stata la combinazione di disguidi (non tutti attribuibili a Trenord o Rfi, ndr) che ieri ha di molto rallentato la percorrenza dei treni del primo pomeriggio, peraltro al termine di una mattinata altalenante, tra mezzi puntuali – ben pochi, come il già citato 2821 – e altri che hanno registrato un ritardo considerevole.

Come ha spiegato Trenord verso le 15, «a causa di un autoveicolo che non ha rispettato il semaforo del passaggio a livello a Castione Andevenno, un guasto temporaneo a Poggiridenti-Tresivio-Piateda e un guasto a un passaggio a livello ad Abbadia Lariana», tutti i convogli della direttrice hanno riportato «ritardi fino a 35 minuti», nel migliore dei casi, oppure «variazioni di percorso e cancellazioni».

Per fare alcuni esempi, il RegioExpress 2824 delle 12.20 da Milano è giunto a destinazione a Tirano 50 minuti dopo il previsto, accumulando sempre più ritardo, così come il diretto 2829 delle 13.08 da Tirano ha concluso la corsa a Centrale non prima delle 16.16 (e non alle 15.40, come da tabellare).

In mattinata, invece, con 60 minuti esatti di ritardo sono arrivati a Sondrio i passeggeri del 2818: partito da Milano con 34 minuti dopo le consuete 9.20 «per un guasto alla linea a Milano Greco Pirelli», il convoglio è stato a lungo fermo nelle stazioni del lago, per poi giungere a destinazione un’ora più tardi rispetto al previsto. Peraltro, la corsa si è conclusa in città e non a Tirano, capolinea nord, proprio a causa del ritardo registrato.

Facendo un ulteriore passo indietro per tornare all’inizio della giornata, disastroso ancora una volta è stato l’inizio delle lezioni per centinaia di studenti delle superiori provenienti dal Tiranese, giunti in classe a Sondrio ben dopo il suono della campanella.

Nel Milanese

Già, perché il treno delle 7.00 ha lasciato il binario 3 della stazione di Tirano alle 7.26 ed è così arrivato nel capoluogo soltanto alle 8.02 (anziché alle 7.40).

Se possibile, ancora peggio è andata agli universitari di rientro a Milano per l’inizio della settimana di lezione o ai lavoratori pendolari che ieri hanno scelto il diretto 2815 delle 6.12 da Tirano. Partito dal capolinea quasi in orario, tra Lecco e Monza il treno ha riportato quasi un’ora di ritardo, giungendo a Centrale alle 9.37, ossia 57 minuti dopo l’orario regolare di arrivo.

Tenendo conto di ciò, si può facilmente capire l’umore dei tanti pendolari che utilizzano regolarmente il treno per muoversi da un capo all’altro della regione. Così come si può comprendere la desolazione di chi, ieri, per l’ennesima volta ha perso quell’appuntamento fissato da tante settimane, non è arrivato in tempo a una visita specialistica prenotata da mesi o, più semplicemente, non è riuscito a prendere la coincidenza con l’alta velocità, pur essendosi mosso per tempo, magari prendendo il treno dell’ora prima, con largo anticipo. Anticipo che – è evidente – di fronte ai 60 e passa minuti di ritardo di certi casi serve purtroppo a ben poco. Se non addirittura a nulla.

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