Treni, nuovi ritardi: pendolari stremati

Trasporti La serata di lunedì è stata a dir poco disastrosa a cominciare dal blocco nell’Alto lago lecchese. Passeggeri a lungo in attesa, poi il ritardo anche del convoglio successivo e di quello in partenza dalla Valle

Si sa, la saggezza popolare ben poche volte sbaglia. Se dunque è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, la settimana di molti pendolari non si è certo aperta in questo modo.

Disastrosa

Per quanto riguarda il trasporto ferroviario locale, la serata di lunedì è stata a dir poco disastrosa a causa di un guasto all’infrastruttura tra Dervio e Bellano-Tartavalle Terme e - a seguire - per un malfunzionamento riscontrato in uno degli ultimi treni della giornata. Una concausa di sfortune che, manco a dirlo, ha generato a catena ritardi anche superiori all’ora.

Accanto a ciò, non bisogna dimenticare il contesto: l’attesa – se mai può essere piacevole – della ripartenza del treno o dell’arrivo di un altro convoglio è avvenuta completamente al buio della sera, via via sempre più profondo, e al freddo rigido tipico di gennaio.

È totalmente comprensibile, insomma, lo sconforto dei viaggiatori del RegioExpress 2836, il cui viaggio – iniziato già con dieci minuti di ritardo a Milano Centrale – si è bruscamente interrotto a Bellano alle 19.47 per il guasto accennato poco sopra. Per loro lunedì sera non c’è stato nulla da fare se non aspettare il diretto successivo, ossia il 2838.

Tutto è bene quel che finisce bene? Purtroppo no, dal momento che il treno in questione – partito regolarmente alle 19.20 dal capoluogo di regione – nella prima parte del viaggio è rimasto fermo a lungo tra Mandello del Lario e Varenna-Esino, riportando in corsa un ritardo complessivo di 74 minuti.

In altre parole, i pendolari rimasti a terra in stazione a Bellano sono riusciti a salire a bordo del secondo RegioExpress non alle 20.29, come previsto inizialmente, ma soltanto alle 21.43. L’attesa di un’ora – di per sé, dunque, già lunga – di fatto si è moltiplicata e ha fatto sì che la circolazione sia ripresa 120 minuti dopo.

In pratica, addirittura con un’ora di ritardo rispetto all’arrivo regolare dello sfortunato diretto delle 18.20 al capolinea di Tirano.

La situazione paradossale di inizio settimana non ha risparmiato nemmeno l’altro senso di marcia: infatti, il 2841 delle 19.08 dalla Valtellina è arrivato alla stazione Centrale di Milano ben oltre un’ora dopo il previsto, con 64 minuti di ritardo sulla tabella di marcia.

L’ultima corsa

Per quanto migliore, comunque non diversa è stata la sorte toccata ai passeggeri del successivo 2843, l’ultimo treno della giornata da Tirano: infatti, alla partenza regolare alle 20.08 è poi seguita un’attesa complessiva di 36 minuti prima di arrivare al binario 8 del capoluogo di regione.

Gli stessi problemi dei diretti, peraltro, hanno coinvolto anche diversi regionali. Tra questi, va menzionato il 10339 che collega Sondrio a Lecco e che lunedì ha viaggiato con 42 minuti di ritardo, nonostante la partenza in perfetto orario alle 18.47 dalla città valtellinese.

Per i pendolari, insomma, i problemi non finiscono mai. Tra l’altro, già ora c’è già una certa preoccupazione per ciò che succederà la settimana ventura, quando è prevista la prima agitazione dell’anno, con scioperi locali e nazionali per quarantotto ore complessive.

Come indicato sul portale ministeriale, mercoledì prossimo incroceranno le braccia i lavoratori del trasporto pubblico locale rappresentati da varie sigle sindacali. Il giorno successivo, il 25 gennaio, lo sciopero riguarderà il personale degli appalti ferroviari, con possibili ricadute sulla regolare circolazione dei treni.

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