Salvò 43 bambini, adesso è Cavaliere

Lierna Onorificenza concessa a Milos Panizza, protagonista di un gesto di eroismo quando aveva solo 14 anni - Il pullman a bordo del quale viaggiava con i compagni prese fuoco dopo un incidente: tutti vivi grazie a lui

«Ricordo ancora come fosse oggi quei momenti di paura, le fiamme che bruciavano l’autobus, il fumo e le urla. Con il martelletto, ruppi il vetro, ero intimorito più per il rischio che poi i miei genitori avrebbero dovuto pagare il danno che per ciò succedeva, ed avevo anche la tuta nuova che non volevo rovinare».

Milos Panizza, 39 anni, da mercoledì è cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica, ha ricevuto l’onorificenza dal prefetto di Lecco, Sergio Pomponio. Il riconoscimento gli è stato attribuito per l’atto di coraggio di cui si era reso protagonista il 25 aprile 1998 quando, allora quattordicenne, riuscì a mettere in salvo 43 ragazzi di Mandello e Lierna, coinvolti, di ritorno dalla Valtellina, in un incidente stradale.

Il raduno a Morbegno

«Eravamo andati ad un raduno di chierichetti a Morbegno dall’allora vescovo monsignor Alessandro Maggiolini, io ero tra i più grandi e con noi c’erano don Ferruccio Ortelli, parroco di Somana, e l’arciprete di Mandello, don Carlo Mazzina - racconta Panizza -. Arrivati all’altezza di Bellano, lungo la strada provinciale 72, un centinaio di metri dopo l’uscita dalla galleria “Tre Madonne”, una moto che proveniva in direzione opposta impattò contro il nostro pullman».

Uno scontro frontale che costò la vita al motociclista, Antonio Butti di Valmadrera.

«Vedevamo le fiamme, i capelli del nostro autista bruciavano lasciando un odore acre, eravamo intrappolati - prosegue Milos Panizza -. Rotto il vetro, sgattaiolai fuori cadendo sull’asfalto e ferendomi alle mani senza neppure accorgermene. Non sentivo il dolore. poi uno alla volta feci uscire i bambini prendendoli in braccio e mandandoli in uno spazio in sicurezza. Nel frattempo, il proprietario di un’abitazione aprì il suo giardino, dove ci riparammo. Andai in cucina e lì mi accorsi che ero ferito alle mani».

Scattano i soccorsi, arrivano le ambulanze e solo Milos Panizza finisce al pronto soccorso per le ferite, mentre gli altri bambini stanno tutti bene.

«Chiamaronoil mio papà sul telefono di casa, fu un grande spavento, mi portano al pronto soccorso dell’ospedale di Lecco, allora in via Ghislanzoni. C’era pure coda lungo la strada», prosegue il liernese.

La stampa

Dell’incidente si occupò la stampa locale e Milos Panizza venne definito un “piccolo eroe”. Gli anni passano il liernese diventa macchinista di treni, si laurea in ingegneria gestionale, si sposa e ha tre figli, quando viene segnalato per il riconoscimento di cavaliere della Repubblica per quel gesto e per il suo costante impegno nel mondo del volontariato. Un riconoscimento arrivato 25 anni dopo l’accaduto, in quanto il cavalierato può essere chiesto solo per chi ha più di 35 anni.

Mercoledì, accanto a Panizza c’era il sindaco Silvano Stefanoni, che ha rimarcato: «La sua dedizione al bene comune è un faro di ispirazione per tutti noi e ci auguriamo che la sua storia continui a illuminare le vite di coloro i quali cercano esempi di coraggio e altruismo».

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