Flavio Polano dice addio alla politica
«Una parentesi che ritengo chiusa»

Malgrate Il sindaco è categorico: non sarà della partita, in alcuna veste, alle amministrative - «Nessun ripensamento: l’ex primo cittadino è ingombrante e condiziona chi viene dopo»

«Ho dato vent’anni della mia vita alla pubblica amministrazione: ora è decisamente venuto il momento di fare altro»: Flavio Polano esce di scena. Sul serio. «Non sono il tipo che dice di volersi ritirare per poi ripensarci o farsi richiamare dentro: il mio è uno stop definitivo», assicura.

A Malgrate è stato cinque anni consigliere comunale di centrosinistra, poi altrettanti anni assessore e, nell’ultimo decennio, sindaco; inoltre, ha avuto numerosi altri ruoli, primo tra tutti quello di presidente della Provincia e della consulta dei sindaci di Ats. In un colpo solo, adesso volta pagina.

«Tiro una riga»

«Non sono deluso dalla politica o dalle istituzioni: semplicemente, si chiude una parentesi. Quella dell’impegno pubblico è una fase che ritengo conclusa. Mi dedicherò al volontariato, farò altro. Non sarò nemmeno in lista, tanto per essere chiari, alle amministrative di giugno 2024. È una questione di principio: se dico che esco totalmente dalla politica locale, questo è. Occorre essere coerenti: l’ex sindaco, qualunque sindaco, è ingombrante e condiziona chi viene dopo. Da parte mia - dichiara Polano - lo ritengo scorretto e inopportuno. Quindi, non ci sarò: in nessuna veste, né assessore, né consigliere. Chi vincerà deve essere libero di governare secondo le proprie idee, portando avanti col suo gruppo scelte eventualmente anche diverse o persino opposte. L’ex sindaco tra i piedi è condizionante».

Peraltro, sarà tutto da vedere chi correrà: il dopo Polano è interamente da scrivere. Le attuali due minoranze si sono compattate attorno a Michele Peccati: il centrodestra potrebbe decidere per una terza lista o per dare supporto esterno alla candidatura di quest’ultimo.

Vinca il migliore, Polano starà alla finestra: «In questi anni - dice - ho avuto la fortuna di aggregare persone con cui ho lavorato molto bene ed è nata anche un’amicizia. Poiché credo che l’attività amministrativa richieda mente serena, non voglio fare vivere questo impegno malamente anche ad altri. Personalmente, sono giunto alla conclusione di tirare una riga: la dedizione alla vita collettiva non dev’essere una forzatura e, sentendo che in me è scattata una molla, la affronterei male, con stanchezza mentale e come un obbligo: cosa che non è».

Una vera squadra

Luci e ombre di questi vent’anni? «La cosa più bella - afferma Polano - è aver incontrato persone, che in parte nemmeno conoscevo, davvero sensibili, di cuore, profonde. A Malgrate, nei due mandati, abbiamo creato due vere squadre, con membri che si stimavano e si fidavano, e tutto ciò che è stato realizzato è avvenuto grazie a loro. Mi sono sentito a mia volta apprezzato ed è stato molto bello. Di Malgrate conserverò un ricordo sicuramente positivo. Il rovescio della medaglia è, specie negli ultimi anni, la difficoltà estrema per fare tutto: nella pubblica amministrazione, anche le cose semplici diventano difficili, dalle norme burocratiche, ai limiti finanziari, al rapporto con le ditte appaltatrici. Sono arrivato al punto che mi è venuta l’ansia».

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