Lecco. Siderurgia
Il mercato tiene

Effetto guerra: Gianluca Roda, presidente di Rodacciai invita ad analizzare la situazione sulla base dei dati: «Il problema è il rottame che importavamo dalla Russia»

Il conflitto in Ucraina avrà conseguenze sul settore dell’acciaio? Secondo Gianluca Roda, presidente del cda della Rodacciai di Bosisio Pasini e di Olarra (gruppo Rodasteel), non bisogna farsi prendere dal panico, ma occorre guardare con lucidità al presente e al futuro, analizzando i dati più che enfatizzando i timori. L’imprenditore siderurgico è intervenuto al webinar promosso giovedì scorso da Siderweb – la community dell’acciaio e dedicato alle conseguenze del conflitto in Ucraina sul settore italiano dell’inox.

«Il raddoppio dei prezzi che si è registrato negli ultimi mesi - ha affermato Roda - è dovuto all’elevato livello dei consumi verificatosi dopo la pandemia; l’unico mercato che è venuto a mancare è stato l’automotive, a causa della carenza di semiconduttori, e in parte l’oil & gas. Quando il primo si stava riprendendo – ha continuato il presidente di Rodacciai - è subentrato il conflitto russo-ucraino, scompigliando di nuovo le carte». Tuttavia, anche se le dinamiche attuali restano molto complesse, «ormai con un mese di guerra alle spalle, possiamo dire che dai clienti non è ancora arrivata alcuna richiesta di cancellazione degli ordini: a marzo, in particolare, vendite e consegne non sono state scalfite». Ecco perché le imprese del settore devono mantenere i nervi saldi in questa fase delicata: «Il problema più grave che abbiamo oggi – ha proseguito Roda - è il rottame che non arriva dalla Russia; la Turchia, non potendo contare sui fornitori abituali, verrà a cercarlo in Europa, togliendolo a noi».

Rispondendo alle domande del responsabile dell’ufficio studi di Siderweb, Stefano Ferrari, Roda ha spiegato che, per quanto riguarda i prezzi, occorre attendere che si fermino e comincino a scendere: «Dobbiamo operare una distinzione tra l’economia reale e il mercato finanziario: sono la domanda e l’offerta che devono determinare i valori di acquisto e vendita; i prezzi cominceranno a scendere quando cambierà il consumo».

Piuttosto, ha ricordato l’amministratore di Rodacciai, le imprese italiane soffrono per i ritardi nei pagamenti: «Qui i clienti finali pagano a lunga scadenza e non a breve termine come in Germania e sarebbe necessario che nel nostro paese ci si uniformasse a quella regola».

A proposito dell’incremento dei costi dell’energia, che sta mettendo in difficoltà le aziende siderurgiche e non solo, Roda auspica che l’Unione europea possa svolgere il ruolo di soggetto calmierante per permettere a tutte le imprese di operare nelle stesse condizioni. L’imprenditore ha spiegato che il gruppo è riuscito a trasferire alcuni aumenti a valle della filiera “anche se è una ricorsa continua: ora mi aspetto che le misure dell’Ue e del governo italiano abbiano ricadute positive».

Chiudendo il suo intervento, Gianluca Roda ha ricordato che «il 2021 è stato il miglior anno di sempre per il gruppo Rodacciai e i risultati positivi si stanno ripetendo anche nel 2022. Per questo motivo – ha concluso l’imprenditore siderurgico -, anche se abbiamo diversi scenari pronti nel cassetto, per ora non è stato necessario modificare la nostra strategia; sono infatti tre i modelli di budget che abbiamo predisposto, per fronteggiare le diverse evenienze e siamo pronti ad adeguarci: ma, almeno per il momento, resta buono il modello numero uno, ossia quello che prevede i risultati migliori».

Rodacciai produce una vasta gamma di acciai: automatici, da cementazione, da bonifica, da tempra superficiale, inossidabili e da saldatura, oltre a quelli per utilizzi specifici.

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