Lecco. Costi di energia e gas in crescita
La corsa rallenterà solo da metà anno

Siderurgia: i prezzi dell’acciaio sono condizionati anche dai rincari delle materie prime - Le difficoltà di trasporto legate alla pandemia costringono l’industria a nuovi modelli produttivi

Il 2022 sarà un anno caratterizzato da minori tensioni riguardo i prezzi delle materie prime, ad esclusione del rottame che invece continuerà ad essere contrassegnato da una quotazione elevata. Allo stesso modo, gas ed energia resteranno alti fino alla metà dell’anno: soltanto nel secondo semestre si potrebbe iniziare a registrare una flessione dei costi energetici, che comunque resteranno su livelli elevati.

A fare il punto sulla situazione guardando in prospettiva a quanto accadrà nei prossimi mesi sono stati gli esperti di Siderweb e gli operatori del settore siderurgico, a partire da Gianfranco Tosini, dell’Ufficio studi di Siderweb e docente universitario, che ha tracciato un quadro della situazione dei costi per le imprese siderurgiche.

«Sono problemi che vengono dal passato e con i quali ci si deve confrontare oggi. Tra il 2022 e il 2023 si registrerà una decelerazione della crescita e questo determinerà minori tensioni sia sulle materie prime sia sulla logistica (esclusi rottame e carbone), mentre gas ed energia elettrica rimarranno sotto pressione e potrebbero iniziare a scendere nella seconda metà di quest’anno, ma molto probabilmente resteranno su livelli superiori a quelli pre-pandemia almeno fino al 2024».

Sul tema della logistica, invece, agli operatori si richiede un cambio di paradigma. «Il sistema del just in time, cioè produrre in funzione della domanda e far viaggiare le merci senza necessità di stoccaggio, è in crisi e si dovrà passare al just in case, cioè con magazzini più grandi per lo stoccaggio così da compensare eventuali riduzioni dei flussi. Questo salto consentirebbe al sistema di riuscire ad adattarsi alle esigenze del mercato indotte da eventi straordinari, come appunto una pandemia».

Nel suo intervento Emanuele Norsa, editor di Kallanish e collaboratore Siderweb, per quanto riguarda le materie prime ha sottolineato che «da un lato abbiamo assistito al rimbalzo del minerale ferroso dopo la caduta nel secondo semestre del 2021, mentre dall’altro il rottame è stato meno volatile ed è rimasto vicino ai massimi».

A livello della domanda di acciaio, Norsa ha evidenziato come nel 2021 si sia registrata una contrazione della Cina (richiesta scesa del 5% rispetto al 2020), con un calo previsto del 3,4% per la domanda apparente (che corrisponde alle consegne delle acciaierie più l’import, meno l’export) e un -1,3% per la domanda reale nel 2022. «Per la siderurgia cinese – ha concluso Norsa – rimangono aperte le questioni legate all’impatto della crisi immobiliare, del Covid e delle limitazioni all’export nonostante la diminuzione della domanda interna. Da queste dipenderanno le sue sorti nel 2022». Per l’Europa, invece, «le prospettive sono positive e la richiesta sarà in crescita, con il settore dei piani che dovrebbe performare meglio rispetto a quello dei lunghi».

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