Lecco. «Brusca frenata
Tutte le imprese in difficoltà»

Confindustria: il presidente Riva accusa la classe politica: «Nessuna decisione su nucleare e perforazioni in mare. Carburanti: serve il coraggio di togliere le accise»

«La situazione cambia e si evolve velocemente e in maniera radicale». È la sintesi del momento, fatta da Lorenzo Riva, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio.

Riva ricorda: «Siamo passati dall’euforia del primo bimestre, in cui sembrava veramente che l’economia del nostro Paese si stesse consolidando, nonostante la trentennale assenza di una politica industriale, a una condizione di forte incertezza e preoccupazione causata da una guerra che ha scombussolato un sistema già fragile quale il nostro, incapace da Tangentopoli in poi di cambiare e di crescere, diventando un Paese moderno».

L’altalena, anche emotiva, che le imprese (e non solo) sono costrette ad affrontare da ormai due anni non conosce vie di mezzo. Dopo il minimo raggiunto con la pandemia c’era stata una fortissima risalita che lasciava intravedere prospettive rosee sotto il profilo economico. A raffreddare gli entusiasmi hanno provveduto i rincari di materie prime e beni energetici, prima che Putin decidesse di far crollare le certezze che si stavano lentamente ricostruendo.

Nella situazione attuale, fatta di gravi difficoltà per aziende e famiglie, una responsabilità precisa ce l’ha anche chi non ha attuato per tempo una adeguata politica energetica. Ne è convinto il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio che punta il dito contro la classe politica. «Per il 60/70% i politici sono gli stessi che c’erano trent’anni fa: hanno cambiato cinque o sei casacche e adesso parlano di riforme. Ma dove sono stati in questi decenni? Sentire oggi, durante una guerra, con le materie prime alle stelle, una speculazione incontrollabile in atto e che lo Stato non è in grado di contenere, il ministro della Transazione ecologica dire che in 24/30 mesi potremmo diventare autosufficienti è una cosa che fa arrabbiare. Dove era il nostro Governo quando è stato bocciato il nucleare? E chi guidava il Paese quando si è deciso di non trivellare, lasciando che fosse l’Albania a forare mezzo Adriatico attingendo quantità ingenti di gas? E quando abbiamo venduto la nostra tecnologia a francesi, tedeschi e austriaci che hanno costruito centrali nucleari a 50 km dai nostri confini? Queste sono le domande da porsi».

Riva è un fiume in piena. «Oggi siamo di fronte a un momento veramente particolare, in cui c’è il grande rischio di una frenata pericolosissima che coinvolgerebbe una mole spaventosa di imprese e di lavoratori. Si pensi alla condizione di questi ultimi, alle prese con l’aumento del costo della vita, del prezzo del pane e di tutti i beni essenziali, della benzina, se fossero costretti nei prossimi mesi ad andare in cassa integrazione, cosa che sarà inevitabile se la situazione non cambierà».

Il riferimento ai carburanti è inevitabile, considerati i prezzi raggiunti alla pompa, dove ormai da giorni si è sforata – in modo via via sempre più consistente, considerato il fatto che in città ormai si sono toccati i 2,4 euro al litro per la benzina - la soglia dei 2 euro.

«Serve che il Governo intervenga in modo concreto, tanto sul fronte della transizione energetica quanto su quello dei carburanti. La benzina – ha concluso il presidente degli industriali del territorio - costa 2,3 euro, ma per il 70% questa cifra è composta da accise e tasse. Bisogna avere il coraggio di toglierle, riportando il Paese ad avere la possibilità di movimentare le merci a un costo ragionevole, che permetta di continuare a fare impresa e a vivere. Con prezzi dei carburanti su questi livelli non si va lontano, considerando il fatto che in Italia l’80% delle merci viaggia su gomma».

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