In aula per aver investito la sua ex
Lei: «Volevo dargli l’ultimo bacio»

Il procedimento. La Procura ne aveva chiesto il processo per omissione di soccorso, ma è sbagliato il capo d’imputazione

Tornano in Procura gli atti delle indagini sfociate nel processo che, ieri mattina, ha visto sul banco degli imputati Davide Coniglio, 28 anni, accusato di omissione di soccorso per aver urtato la sua ex fidanzata con l’automobile ed essersi poi dileguato. Niente traumi troppo seri, una contusione a una gamba, ma la Procura lo aveva comunque mandato a giudizio per quell’episodio, risalente a due anni fa.

Ma il procedimento penale a suo carico - per questa ipotesi di reato - si è chiuso in pochi minuti, dal momento che il presidente facente funzioni del Tribunale di Lecco Paolo Salvatore, in veste di giudice monocratico, e la stessa pubblica accusa - in aula il viceprocuratore onorario Caterina Scarselli - avrebbero dedotto dalle dettagliate dichiarazioni della presunta vittima contenute nei capi di imputazione si evincerebbe tutt’altro.

Una storia d’amore finita male, con la giovane a chiedere all’ex fidanzato un bacio d’addio, e lui che, risalito velocemente in auto, l’avrebbe urtata intenzionalmente. E non solo una, ma ben due volte.

Come detto, la curiosa vicenda risale a due anni fa quando l’imputato, difeso dall’avvocato Ivana Anomali del Foro di Como, avrebbe raggiunto in auto l’abitazione lecchese della sua ex fidanzata per restituirle alcuni effetti personali. Senza volerla incontrare, però: avrebbe così lasciato il materiale in prossimità della casa, salvo poi venire raggiunto dalla ragazza che avrebbe voluto da lui un ultimo bacio. Salito in auto - dove lo attendeva, sul sedile del passeggero, la nuova compagna - l’allora ventiseienne avrebbe invece acceso il motore dell’auto e sarebbe partito, colpendo a una gamba la sua ex per due volte, per poi allontanarsi.

La Procura ne aveva chiesto il processo per omissione di soccorso, un reato che il giudice Salvatore e la stessa vpo Scarselli hanno ritenuto non sussistente sulla base della descrizione riportata nel dettagliato capo d’imputazione. Da qui la chiusura seduta stante del fascicolo. E la restituzione degli atti alla Procura - come da richiesta del pubblico ministero d’udienza - per un approfondimento d’indagine e l’eventuale formulazione di un altro capo d’imputazione. Il più probabile potrebbe essere quello di lesioni personali volontarie.

L’ipotesi di reato per la quale si sarebbe dovuto procedere ieri mattina è dunque stata dichiarata estinta dal giudice, in attesa che la Procura, dopo aver riguardato gli atti ed, eventualmente, effettuato ulteriori approfondimenti sulla vicenda, rimandi il fascicolo al Tribunale. Sicuramente ci vorrà qualche mese.

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