Degrado alla Piccola. C’è una tendopoli a pochi passi dal Politecnico

Il caso L’ex stazione è tornata a ospitare immigrati: una piccola comunità di una decina di giovani. Ma a fine anno dovrebbe partire il cantiere del Comune

Un vero e proprio accampamento. Quasi un villaggio dentro la città, con una rete metallica a tracciare il confine. La Piccola è tornata a ospitare una decina di ragazzi stranieri: trent’anni, perlopiù di origine africana, senza altro alloggio e apparentemente senza lavoro o prospettiva. Se in passato le tettoie delle due stecche erano state il rifugio di clochard che dormivano in sacchi a pelo stesi su uno strato di cartoni, da qualche tempo hanno trovato posto cinque o sei tendine da campeggio, dislocate su tutto il perimetro dei due ex depositi ferroviari.

Già durante il secondo lockdown, le stecche della Piccola avevano costituito il ritrovo di alcuni irregolari, sfruttando il fatto che per ragioni di sicurezza il Comune aveva posizionato delle vere e proprie paratie che recintavano le due costruzioni. Una volta trovato un pertugio ecco che si era creato un piccolo mondo isolato, lontano da occhi indiscreti, dove decine di giovani si ritrovavano, contravvenendo a tutte le norme Covid del momento.

Proprio per evitare assembramenti e sacche di irregolarità, i divisori erano stati sostituiti da una rete metallica alta un paio di metri, con il risultato implicito di suddividere l’area del mercato e degli eventi, dal parcheggio sistemato da Linee Lecco.

Per qualche tempo le presenze alla Piccola si erano ridotte, ma nell’ultimo periodo è stata ricavata un’apertura spostando uno dei pannelli che compongono la recinzione e così si è installata una vera e propria piccola comunità che si è organizzata per la vita di tutti i giorni.

Dormono nelle tendine alcuni situate lato parcheggio, altre lato piazzale e una in un piccolo quadrato verde con affaccio direttamente verso la strada; si lavano alla fontanina presente nell’area del mercato o sfruttando i bagni che il Comune lascia appositamente aperti; utilizzano la rete di recinzione come stendino dei propri accappatoi e oggetti; talvolta accendono dei piccoli fuochi con legna presa de dei bancali e cartoni. Tutto attorno, sparpagliati, immondizia e oggetti abbandonati: pentole, cartoni, lattine e bottiglie di vetro vuote, scarpe spaiate e resti di cibo.

Sul vicino iazzale, venerdì intitolato alla memoria del grande alpinistra Riccardo Cassin, il Comune intende organizzare sempre più iniziative che, al momento, si stanno svolgendo a pochi metri di distanza da questo nutrito accampamento. Problematiche di convivenza sono già state segnalate nei giorni di mercato, con gli ambulanti che si sono lamentati sia per il colpo d’occhio, da loro considerato all’insegna del degrado, sia per quel che riguarda i forti odori che si sentono. Anche perché viene segnalato un atteggiamento aggressivo in quello che sembra essere il referente di questa comunità.

Entro la fine dell’anno il Comune di Lecco ha in programma di partire con il cantiere di ristrutturazione delle due stecche, fatto che quindi porterà inevitabilmente allo sgombero di questo accampamento, ma nel frattempo la Piccola sarà sempre più utilizzata per gli eventi estivi, con un inevitabile cortocircuito.

Il problema sembra essere duplice. Da una parte il fatto che, in attesa della Casa della Carità, i posti per i senzatetto in città, dove trascorrere la notte, sono limitati a quelli dell’ostello della Carità di Maggianico ed è quindi necessaria una rotazione. Dall’altra, il fatto che per accedere a questo genere di supporto e assistenza bisogna accettare, e non sembra essere così, di intraprendere un percorso di tipo sociale.

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