Cronaca / Lecco città
Domenica 27 Maggio 2018
Noi e gli amici robot
Stasera il futuro a Lecco
Il progettista dell’istituto italiano di tecnologia Daniele Pucci, uno dei papà del robot iCub, sarà martedì 29 maggio alle 20.45 a Lecco per le nostre Primavere. Ingresso libero, iscrivetevi qui.
Nuovi robot crescono. A Genova, all’Istituto italiano di tecnologia c’è un laboratorio dove 25 giovani ricercatori studiano e sviluppano tre caratteristiche che i robot devono avere per interagire con l’ambiente: la camminata su due gambe, l’interazione fisica tra persone e robot e lo sviluppo di robot umanoidi. È il Dynamic interaction control Lab, ne è responsabile Daniele Pucci, arrivato all’Iit nel 2013 per contribuire al progetto europeo Codyco, dedicato al controllo dei robot umanoidi. Nel 2017 diventa responsabile della direzione scientifica del progetto europeo Andy, focalizzandosi sull’interazione tra esseri umani e robot. Alle spalle una laurea in ingegneria dei sistemi di controllo all’Università di Roma la Sapienza e un dottorato all’Università di Nizza, dove ha lavorato sul controllo della dinamica del volo di robot aerei. Daniele Pucci sarà questa sera alle 20.45 a Lecco, all’auditorium della Camera di Commercio insieme a Mafe de Baggis, esperta di media digitali, per l’incontro “Imparare l’internet per lavorare liberi. Chi ha paura del www?”. INGRESSO LIBERO, ISCRIVETEVI QUI.
- Quali sono i prossimi obiettivi della ricerca robotica?
Siamo nel contesto della robotica collaborativa, stiamo cercando le soluzioni che permettono ai robot di lavorare con un essere umano e non solo di interagire con lui.
- La differenza sembra una sfumatura ma non lo è. In cosa consiste?
Per esempio, nel caso sia necessario spostare dei carichi pesanti il robot, altre a percepire la presenza dell’umano, ne comprende il suo stato fisico, lo sforzo a cui la persona è sottoposta e interviene nel modo opportuno per - se fosse questo il problema - non forzare ulteriormente le articolazioni. Fondamentale per il robot è quindi capire la situazione fisica dell’umano con cui lavora.
- Una condivisione di intimità funzionale al lavoro insieme. Come è possibile, tecnicamente, far sapere al robot se il suo “collega” umano ha mal di schiena o no?
Ci sono dei sistemi che saranno indossati dalle persone, dei sensori a contatto con il corpo che possono mostrare ciò che il lavoratore sta facendo, i suoi sforzi. Saranno indossati come ora si indossa il camice bianco in un laboratorio. Questo nel caso delle aziende, in casa il robot potrà conoscere l’ambiente con un’ispezione preliminare e, una volta immagazzinati tutti dati e consapevole dei suoi compiti, potrà essere attivo. Soluzioni combinate di intelligenza artificiale e interazione fisica fanno nascere la robotica.
In futuro possiamo pensare di monitorare anche altri elementi oltre a quelli dello sforzo muscolare, per esempio il battito cardiaco o la frequenza del respiro.
- I robot conosceranno le nostre emozioni? Se siamo stanchi, nervosi, sereni?
In futuro non è inconcepibile che la macchina riesca a percepire gli umori delle persone attraverso alcune alterazioni fisiche. Prima di arrivare alla collaborazione di questo livello è importante implementare i livelli di intelligenza della macchina, perché l’elemento umano complica il lavoro del robot. Le intelligenze dei robot sono due: c’è l’intelligenza cognitiva che percepisce l’ambiente circostante, elabora dei dati, prende delle decisioni e impartisce i comandi all’intelligenza motoria.
Per intelligenza cognitiva si fa uso degli algoritmi di intelligenza artificiale mentre per l’intelligenza motoria si implementano tecniche di controllo meccanizzato.
- Quando potremo affiancarci al lavoro o a casa ad un robot “collaborativo”?
C’è uno sforzo comune per aumentare la capacità collaborativa dei robot nell’industria. R1, robot umanoide, è uno esempio di trasferimento tecnologico. Rispetto a iCub è più semplice perché ha le ruote e le mani sono delle pinze che gli permettono di afferrare oggetti. La semplificazione serve anche a ridurre il prezzo, si stima potrebbe costare 30.000 €. In sintesi, l’intelligenza artificiale all’interno di questi tipi di robot è simile a quella dei nostri cellulari, con le ruote e la capacità di svolgere azioni per e con noi.
- Quale margine di discrezionalità possiedono i robot per prendere decisioni? Hanno una forma di libertà?
Implementiamo dei principi fondamentali per le loro intelligenze e un insieme vario ma limitato di comportamenti possibili. Le azioni che possono svolgere sono un insieme predeterminato già configurato. Il robot può scegliere l’azione che ritiene, date le condizioni, più opportuna in quel momento, ma tra le azioni possibili date.n
Maria Grazia Gispi
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