La magia dei Beatles rivive al Sociale

Alla fine dello spettacolo, due parole con un Carlo Massarini piacevolmente sorpreso dall’accoglienza ricevuta. «Non credevo che il pubblico sondriese sarebbe stato così caldo. Evidentemente qui tra le montagne spira una forte aria beatlesiana», commenta Mister Fantasy. «Merito dei tanti concerti ai quali siamo andati, in gioventù, a Milano, che ci hanno permesso di formarci una cultura musicale», rispondiamo. «Ma Milano è lontana da qui», fa lui. «Niente è mai lontano se si tratta di buona musica», ribattiamo.

Non gli raccontiamo la lunga epopea del beat in Valtellina, non ce ne sarebbe tempo, con decine di gruppi nati, come in tutta Italia, quando però i Fab Four stavano chiudendo il capitolo. Sorridono anche i quattro Beatbox che, visti da vicino, appaiono ancora più giovani. “John” e “George” sono ventenni e “Liverpoogliesi”, come ci rivelano ridacchiando. “Paul” ha trent’anni e “Ringo” è il veterano con quarantaquattro, ma non glieli daresti, anche con i baffetti. Più anziano il tastierista jazz Airo (classe 1967, come Sgt. Pepper) che cuce il tutto a dovere, seminascosto sul palco, sosia di Joe Zawinul con lo zucchetto in testa.

Piancastelli sembra un clone di John: voce, movenze e tutto, viso quasi identico. “Ci hai lavorato sopra parecchio”, gli chiediamo. «Tutto merito di mia mamma», fa lui. E’ proprio John, anche nell’ironia. I quattro sono visibilmente stanchi, hanno dato davvero molto sul palco, ma soddisfatti e felici. «Pubblico stupendo, riempiamo i teatri di tutta Italia con questo tour, ma stasera abbiamo avuto una risposta davvero eccezionale», dicono quasi in coro. Uno spettacolo di musica, costumi e strumentazione vintage che cambia ogni sera. «Venite a vederci ancora se potete, ogni sera lo show ha qualcosa di diverso», chiosa Massarini, Mister Fantasy diventato sesto Beatbox con divertimento e passione, narratore delle favolose avventure dei Favolosi Quattro.

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