«Io sola con il piano e la mia anima mundi»

Lecco Dolcenera sabato prossimo alla “Casa dell’economia” di via Tonale

Se si cerca sul dizionario la parola “intenso”, una delle definizioni che possono trovare è “che si manifesta con grande forza”.

La salentina Emanuela Trane - da tutti conosciuta col nome d’arte di Dolcenera - ha usato proprio quella parola per descrive se stessa, quando canta davanti al suo pubblico.

Sabato 18 novembre alle 21 anche i lecchesi potranno assaggiare, per la prima volta in assoluto, una buona parte di quell’intensità nel concerto che avverrà all’auditorium “Casa dell’Economia” di via Tonale 30, a Lecco.

I biglietti (posto unico 25 euro, ridotto a 20 euro per gli under 30 e gli over 65) per il concerto di Dolcenera si possono acquistare sul sito www.teatrosocietalecco.it/dolcenera.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare il servizio cultura e grandi eventi del Comune di Lecco allo 0341.48.11.40 o scrivere un’email a [email protected]

L’evento di Lecco è stato annunciato come un “recital teatrale”. Trova corretta questa definizione?

Direi di sì. All’interno ci saranno molte parti parlate, non solo le mie canzoni di successo. Sarò io, col pianoforte, e cercherò di trasmettere il concetto dell’anima mundi, che anche il titolo del mio ultimo album.

Di cosa si tratta?

È un concetto basato sulla conoscenza filosofica e una riflessione sull’animo umano, è talmente complesso che non mi basta un’ora e mezza di esibizione per raccontarlo. In sostanza si tratta di considerare tutti noi come se fossimo un solo organismo vivente, compresi gli animali e le piante, e ogni scelta del singolo va a influire su tutti gli altri esseri viventi, una visione che si occupa sia del macro che del micro. Sarà una riflessione su noi stessi, su quanto riusciamo a sentirci eterei e in connessione coi cinque elementi portanti. Di questo parlano le mie canzoni, è uno spettacolo che mi ha portato a riflettere e rivedere con una nuova sensibilità i miei vecchi brani.

Prima di “Anima mundi”, uscito nel 2022, c’erano starti sei anni di silenzio. Come mai?

In realtà non sono stati anni di silenzio, ma una scelta precisa. Le canzoni che compongono il mio ultimo disco sono uscite come singoli negli anni passati, a partire dal 2018. Brani come “Amaremare”, “Calliope”... in sostanza il mio ultimo album ha avuto molti singoli, lontani tra loro, perché era un periodo in cui non credevo più nel concetto di disco unico, ma solo nell’opera singola. Poi mi sono resa conto che tutte queste canzoni avevano un filo conduttore, una tematica universale, allora le ho trasformate in un concept.

Di che tematica si tratta?

Si tratta dell’amore universale. Mi sono resa conto che nella mia carriera ho scritto pochissime canzoni d’amore, nel senso tradizionale del termine.

Quest’anno ha toccato i vent’anni di carriera. Quali sono le tappe che ricorda con più affetto?

Sicuramente direi la canzone “Ci vediamo a casa”, diventata un evergreen, un brano con una scrittura senza segni di punteggiatura, con un pensiero unico e continuo. Dopo vent’anni scopri che esistono i successi veri e quelli finti. I primi sono quelli che lasciano un segno forte e duraturo.

Esiste un segreto per scrivere dei successi veri?

Parte tutto dalla scrittura, che ha bisogno di essere ispirata e non condizionata da nulla, non deve essere influenzata da mode o sound. In più bisogna che il racconto sia unico, che scopra l’essenza di una parte dell’animo umano.

Cosa si augura per i prossimi anni di carriera?

Per il futuro mi auguro di continuare a mantenere questa leggerezza d’animo tipica della fanciullezza e non smettere mai di vedere il mondo e le persone che mi circondano con gli occhi della meraviglia. Il mio motto è “libertà d’espressione e purezza d’intenti”. La mia linfa vitale sono le canzoni nuove, una linfa ma anche una croce. Il mio essere bella nei confronti degli altri, nel senso interiore del termine, dipende da quanto vera e profonda sono nella canzone.

Cosa dovranno aspettarsi i suoi fan lecchesi?

Io quando mi esibisco sono intensa. Mi aspetto che, alla fine del concerto, possano tornare a casa con dei dubbi sulla loro esistenza e anche con un nuovo senso di equilibrio.

Matteo Mastragostino

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