Il libro di Pedranzini storico presidente
Omaggio del Cai

Presentazione “Gli anelli del tempo”, opera postuma letta insieme in Bps tra l’emozione generale dei presenti, «Pagine commoventi e limpide sulla storia di una guida»

Ad un anno dalla scomparsa di Egidio Pedranzini, imprenditore, socio fondatore del gruppo alpinistico Folgore, figura di spicco e di riferimento per tutto il movimento alpinistico dell’Alta Valtellina, presidente nel 1979 della sezione bormina del Cai e guida alpina la sua famiglia, la sua comunità e i tanti suoi amici hanno potuto ammirare, ricordare e commuoversi regalandosi e poi leggendo “Gli anelli del tempo” ovvero la storia di una guida alpina, di un antico borgo e della sua gente.

Gli anni della guerra

L’opera narrativa postuma di Egidio Pedranzini è stata presentata giovedì sera nella sala della banca Popolare di Sondrio, succursale di Bormio, in via Roma 131, davanti ad un pubblico delle grandi occasioni, momento avvalorato da una serie di interventi di grande livello ma anche caratterizzati da affetto, stima e riconoscenza verso un uomo che si è raccontato attraverso lo sguardo di un bambino – Toni, il protagonista dell’opera - negli anni tragici della seconda guerra mondiale ma la cui storia di fatto, pagina dopo pagina, racconto dopo racconto, è diventata una memoria collettiva, una testimonianza che rappresenta un lascito significativo ed emozionante, di contenuti e di valori, per le nuove generazioni. Lo ha detto bene, in apertura di serata, Mario Alberto Pedranzini nella sua veste sì di direttore generale della banca Popolare di Sondrio ma, soprattutto, di grande amico di Pedranzini con il quale c’era una importante condivisione di valori.

Il direttore della Bps

«Abitavamo vicini – ha raccontato - e mi sono rivisto in questo Toni. Un passato (quello della Bormio di tanti anni fa) vissuto al rintocco delle campane e caratterizzato da quella “borminità” che, per noi che l’abbiamo vissuta, non ha eguali». Una comunità, come ha spiegato bene Pedranzini, dove sussidiarietà e solidarietà erano all’ordine del giorno ed un uomo, Egidio Pedranzini, caratterizzato dal fare e dal conoscere, con studi compiuti fuori Bormio ma con le conoscenze acquisite messe a frutto della sua comunità una volta rientrato in paese. Anche Leo Schena, tra gli altri titoli professore ordinario di lingua e linguistica francese, ha ricordato «l’amico di una vita in un reparto, quello di Buglio, dove una casa era il prolungamento naturale dell’altra con le porte mai chiuse di notte».

Manuale prezioso

Per lui “Gli anelli del tempo” rappresentano pagine «commuoventi, limpide, che riportano il lettore al borgo, alla grande casa del reparto Buglio. Il libro sembra un romanzo ma è un’autobiografia». Tra le preoccupazioni di Egidio Pedranzini, sottolineata in più di un passaggio del libro, quella per i mutamenti climatici; tra le preziose peculiarità della pubblicazione, come sottolineato da Manuela Gasperi, direttrice del museo civico di Bormio, il recupero del dialetto ovvero la straordinaria opportunità di consegnare alle generazioni future credenze e proverbi “recuperati” negli anni dall’autore. E poi da non tralasciare la “sottile ironia” con la quale il libro ripercorre l’itinerario esistenziale e di guida alpina dell’autore anche in un periodo, quello della guerra «dove bisognava parlare e muoversi con circospezione. Consiglio di iniziare la lettura – ha suggerito Giuseppe Lazzaro, già direttore editoriale delle Edizioni Studium di Roma, amico di Pedranzini conosciuto nel 1969 a Bormio ed autore di una prefazione intensa ed ineguagliabile – dal Natale del 1945 quando la guerra era finita».

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