«Dentro le canzoni le fotografie di tutta la mia vita»

Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino, domani alle 20.30 concerto gratuito in piazza Garibaldi, a Lecco

Una voce, due chitarre e un percussionista. Si presenteranno con questa formazione i Tiromancino, band che da oltre trent’anni naviga sulla scena indie-rock italiana, guidata da Federico Zampaglione, fondatore e unico membro a esserci sempre stato.

È proprio l’eclettico frontman che ci racconta il perché di questo “Best of tour” e della particolarità della tappa lecchese di domani in piazza Garibaldi alle 20.30 (ingresso libero).

La band romana si esibirà in versione acustica, col chitarrista Antonio Marcucci e il percussionista Marco Pisanelli.

Zampaglione: mai stato a Lecco?

Non di recente. Però sono contento di ritornare con uno spettacolo particolare, un concerto acustico la cui forza è sicuramente la parte narrativa, e la musica serve per creare atmosfera. Un concerto più intimo, in cui potrò anche raccontare alcuni aneddoti della nostra storia.

Sarà un trio acustico.

Sì, uno spettacolo diverso in cui suoneremo alcune delle nostre canzoni più rappresentative. Sceglieremo tra le canzoni più amate, tra quelle più recenti e quelle degli inizi, coinvolgendo al massimo i presenti. Sarà un concerto dove il pubblico canterà molto.

Come mai la scelta di un “Best of tour”?

Negli anni abbiamo inciso tantissime canzoni, l’ultima è uscita pochi mesi fa. Io di album ne ho fatti tanti nella mia carriera, ma per farne uno ci vuole tempo e questo ti costringe ad aspettare a pubblicare la tua canzone, col rischio di perdere freschezza. Ci sono pezzi che vivono d’urgenza, per questo serve il giusto tempo di condivisione. Non avendo un album nuovo, non devo inserire dieci, dodici canzoni in uscita da cantare, escludendo brani che è un peccato non fare dal vivo. Siamo arrivati al punto che ci sono almeno una quindicina di pezzi che non si possono togliere, forse di più.

Quindi non ci sono album in vista?

No. Preferisco vivere la musica in maniera più estemporanea, con un tempo finito. Nel prossimo futuro non ci saranno album, solo canzoni. In fin dei conti, io sono cresciuto negli anni Settanta e ai tempi si puntava tutto sul singolo, si andava al sodo delle cose.

Tra queste canzoni imprescindibili ce n’è qualcuna a cui è più affezionato?

Per me scrivere canzoni è come tenere un diario e quindi sono affezionato a tutte, perché tutte mi ricordano determinati periodi della mia vita. Recentemente ho ricominciato ad ascoltare i primi album, una cosa che non facevo da anni. Logico che ci sono brani a cui devo di più: senza “Due destini”, forse oggi non saremmo qui a parlare al telefono, è una canzone che mi ha permesso di fare il musicista nella vita, di mantenerci la mia famiglia. Ma anche le canzoni meno conosciute fanno parte del percorso, sono fotografie della mia vita.

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