Da “gatta morta” a “vedova”
Il ritorno di Chiara Moscardelli

Oggi pomeriggio alla Ubik di piazza San Fedele a Como l’autrice incontrerà i suoi lettori - «Anche in questo libro ho cercato di presentarmi in una luce completamente onesta»

Chiara Moscardelli torna a divertire i suoi lettori raccontando le proprie vicissitudini a distanza di dieci anni dall’uscita di “Volevo essere una gatta morta”. “Volevo essere una vedova” è il suo nuovo libro, che oggi, sabato 15 giugno, alle 18 l’autrice presenterà alla libreria di Ubik di piazza San Fedele, a Como.

Chiara – ora quarantacinquenne – si è trasferita a Milano, è ancora single ma attorniata dai tanti amici di sempre: a loro, al suo analista (“Mortimer”) e ai lettori racconta di come tutti, dal ginecologo al dentista all’ortopedico (chissà per quale motivo), le chiedano come mai sia senza marito e senza figli e inizia a sua volta a farsi domande su questo.

«Dopo il primo libro non avevo idea che avrei scritto altri libri né, tantomeno, quest’ultimo. Andando avanti ho invece sentito l’esigenza di raccontare della prima Chiara e di dove fosse arrivata, anche e soprattutto per la pressione sociale che oggi, avvicinandomi ai cinquanta anni, mi fa sentire il peso dell’essere da sola. Di questo peso non mi sarei accorta se non me lo avessero fatto notare gli altri. Io sono circondata da amici per cui non mi sento sola, ma in effetti nella vita di tutti i giorni non avere un compagno pesa, soprattutto in alcuni momenti come quando si compra una casa o si affrontano dei lavori o, più semplicemente, nella divisione quotidiana dei compiti».

Il ritorno di Chiara Moscardelli era atteso da molti: «L’affetto e il calore che ho trovato sono stati incredibili e molto oltre le aspettative; ho ritrovato lettrici che avevano letto solo il mio primo libro, “Volevo essere una gatta morta” e aspettavano con ansia l’arrivo di questo, in alcuni casi commosse per la descrizione di me – e un po’ anche di loro – che vi hanno trovato e che ci ha fatto diventare amiche».

Oltre a far molto divertire, le vicende e le emozioni di Chiara entrano nel cuore di chi legge per la sincerità con cui sono raccontate, senza alcun tipo di scelta romanzata né filtro: «Così come mi sono sentita di fare nel primo, anche in questo libro ho voluto essere completamente trasparente perché per comunicare un determinato messaggio bisogna esser onesti; ho seguito quello stesso istinto che mi aveva accompagnato nella prima storia e che oggi si è trasformato perché un po’ di spensieratezza è forse venuta meno ma c’è maggiore consapevolezza di sé e ancora tante cose da imparare».

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