Settimana corta alle medie. Calolziocorte dice ancora no e rimane l’unica su 17 sedi

I dati ufficiali del sondaggio saranno illustrati lunedì 28 novembre nel corso dell’assemblea d’istituto

Niente settimana corta alle scuole medie Manzoni.

Il sondaggio promosso dalla scuola non ha infatti raggiunto il quorum dei genitori coinvolti, fissato al 75% degli aventi diritti. Secondo quanto stabilito dal consiglio di istituto, avrebbero potuto esprimersi i genitori delle classi prima e seconda media, oltre a quelli di quarta e quinta elementare non solo di Calolziocorte ma anche di Monte Marenzo ed Erve, che scendono in città per far frequentare ai figli le scuole secondarie di primo grado.

Nelle due settimane durante le quali i genitori potevano esprimersi, solo una piccolissima parte lo ha fatto. Non essendo stato raggiunto il quorum, il sondaggio non è perciò stato ritenuto significativo. Di conseguenza, come riassume la vice preside Anna Bruna Frigerio, «non cambierà nulla e le lezioni resteranno su sei giorni».

L’assemblea d’istituto

I dati ufficiali del sondaggio saranno illustrati lunedì 28 novembre nel corso dell’assemblea d’istituto. Sarà quella l’occasione per trarre anche le eventuali riflessioni. «Avevamo proposto questa modifica - spiega Frigerio - perché il nostro istituto comprensivo ha 17 plessi. Tutti seguono la settimana corta e solo le medie di Calolziocorte hanno la settimana lunga. Si trattava, di conseguenza, di fare un’operazione per rendere tutto omogeneo. In tal modo avremmo permesso anche a segretaria e personale Ata di lavorare su cinque giorni. Il quorum non è però stato raggiunto. Quindi, anche se riflessioni più approfondite saranno fatte nel corso della riunione di lunedì prossimo, è evidente che alle famiglie non interessa».

Di sicuro, la modifica non sarebbe risultata sgradita all’amministrazione comunale. A inizio anno, nel corso di un incontro interno, il suggerimento di muoversi in questa direzione era partito proprio dal Comune.

«Abbiamo fatto un incontro per parlare di risparmi energetici e, tra le varie proposte, c’è stata anche quella di valutare l’istituzione della settimana corta, come fanno in tante altre scuole», ricorda il primo cittadino Marco Ghezzi.

«Naturalmente - continua - eravamo consapevoli del fatto che, se fosse passata la proposta, non la si sarebbe potuta attuare immediatamente: vanno infatti considerate le esigenze dei genitori e anche i trasporti. Servono perciò tempi lunghi».

Il risparmio energetico

Di sicuro, la riduzione dei giorni di apertura da sei a cinque avrebbe facilitato un risparmio che si sarebbe potuto sommare ad altre azioni già avviate dal Comune. «Abbiamo chiesto alla scuola di cercare di risparmiare il 10% sull’energia elettrica, prestando maggiore attenzione all’uso delle luci e cercando di mettere in atto azioni di razionalizzazione. Quanto al riscaldamento, invece, dove possibile installeremo le valvole termo-statiche e si procederà con la razionalizzazione degli orari di accensione e spegnimento. Infine, abbiamo in programma anche interventi di efficientamento che, tuttavia, richiederanno tempi più lunghi».

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