Rapine a Valmadrera. «Più controlli in strada contro le bande»

Il caso I sindaci chiederanno un incontro con il prefetto o il questore: «L’emergenza interessa l’intero territorio». Isella: «Il rischio è di diventare banlieue parigine»

La Conferenza dei sindaci del Lecchese chiederà «un incontro al prefetto o al questore, per sollecitare maggiori controlli a seguito delle due rapine tra adolescenti avvenute a Valmadrera: l’emergenza interessa l’intero territorio».

La Conferenza include Malgrate, dove ordine pubblico (specie sul lungolago) e vandalismi sono all’ordine del giorno, Valmadrera appunto, e Civate dove il sindaco Angelo Isella (primo promotore della Conferenza stessa) dichiara: «Ci siamo confrontati tra sindaci e concordiamo che le forze di polizia debbano incrementare la presenza. L’emergenza non è soltanto Valmadrera: Civate è confinante, i giovani si spostano e sono spesso sempre gli stessi. Da noi il problema sono le bande, che già si erano imposte sfidando il lockdown, allora attorno ai 14 anni: ora qualcuno di questi ragazzi si ritrova nel giro del recente accoltellamento avvenuto a Suello fuori dal pub di via San Miro».

La situazione

«Nel 2020 erano giovanissimi, trovati in possesso di stupefacenti in località Pozzo in un’operazione congiunta tra polizia locale e carabinieri; adesso sono sempre più avviati su una strada pericolosa, per sé e per gli altri. Intanto, all’ingresso di Civate, cominciamo a rinvenire siringhe, dietro la chiesetta della Santa - rincara Isella - ma non possiamo essere solo noi amministratori il baluardo, coi pochissimi agenti di polizia locale, che a malapena bastano per fare viabilità e vigilanza davanti alle scuole, rari concorsi per riuscire ad assumerne altri e un paio alla volta promossi su tutta la provincia».

Isella aggiunge: «Sappiamo che anche i carabinieri di Valmadrera sono pochi però, nei giorni scorsi, un cittadino che ha chiamato il 112 per segnalare l’emergenza droga si è sentito rispondere di chiamare il sindaco. Noi tutti facciamo la nostra parte, ma chiederci di pattugliare i paesi in cerca di baby rapinatori, bande e spacciatori ci pare fuori luogo».

L’integrazione

«Come istituzioni, invece - afferma Isella - dobbiamo fare la nostra parte, sensibilizzando i parlamentari che avremo per un’azione su leggi più efficaci e guardando noi stessi in faccia la realtà: l’80% dei casi di cronaca di questi ultimi giorni, a Valmadrera, a Lecco e prima ancora proprio a Civate e Suello coinvolgono figli di immigrati extracomunitari».

Secondo Isella: «Non bisogna avere paura di definire il fenomeno: se non facciamo qualcosa per la vera integrazione, e non solo passive forme di accoglienza, diventiamo le periferie, stile banlieue parigine. Ho già avuto modo di dire, dopo un confronto con la dirigenza dell’istituto scolastico di Civate e Malgrate, che spesso i ragazzi arrivano in terza media senza sapere l’italiano; vivono una povertà culturale in famiglia che non li aiuta nelle scelte: mostrando a un genitore i vandalismi del figlio mi sono sentito rispondere che “beh, abbiamo avuto tutti 15 anni”; abitano perlopiù concentrati in vie o quartieri che rafforzano la tendenza a fare banda e alla ghettizzazione. Noi dobbiamo riconoscere che il problema degli immigrati e degli adolescenti di seconda generazione esiste e, accanto a una seria strategia di controlli e di repressione da parte delle forze dell’ordine sui reati, metterci attorno al tavolo politico per aggiungere le nostre risposte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA