Borrell, la spesa militare in Russia è a livelli sovietici

BRUXELLES - "La crescita economica registrata in Russia nel 2023 è il classico risultato di una politica di 'keynesianismo bellico', già vista in Germania negli anni Trenta. Con un aumento del 70% della spesa per la difesa nel 2024 rispetto all'anno precedente, circa il 30% del bilancio della Russia e il 6% del suo Pil sono ora ufficialmente dedicati alla difesa nazionale, con importanti risorse aggiuntive destinate a spese classificate. La spesa militare e per la sicurezza è tornata ai livelli dell'era sovietica". Lo scrive nel suo blog l'alto rappresentante Ue Josep Borrell sottolineando che le sanzioni europee "stanno funzionando".

"Tuttavia, negli ultimi mesi, abbiamo spesso sentito dire che queste sanzioni senza precedenti potrebbero non funzionare: queste voci si sono fatte particolarmente sentire dopo l'annuncio delle autorità russe di una crescita del Pil del 3,6% nel 2023", scrive ancora Borrell notando come l'inflazione in Russia sia alta, il triplo che in Europa, e i costi per l'indebitamento crescono sempre di più. "In un'autocrazia come la Russia - mette poi in guardia - dove non esistono libertà d'informazione e controlli, bisogna sempre fare molta attenzione alle cifre ufficiali: quelli economici sono sospetti quanto i risultati delle ultime elezioni presidenziali. In secondo luogo, era improbabile fin dall'inizio che l'economia russa potesse crollare dopo l'invasione dell'Ucraina. Negli ultimi due anni abbiamo sempre sottolineato che l'effetto delle nostre sanzioni non sarebbe stato immediato e che il loro scopo era quello d'indebolire la capacità della Russia di sostenere il suo sforzo bellico nel medio termine. Ed è proprio quello che sta iniziando a succedere".

"Le entrate che l'economia russa ricava dalle esportazioni di combustibili fossili si sono dimezzate dalla primavera del 2022 grazie all'embargo europeo su carbone e petrolio e al price-cap deciso dal G7 sulle esportazioni di petrolio. Il nostro obiettivo non è mai stato quello di impedire alla Russia di esportare combustibili fossili, cosa che avrebbe scatenato una grave crisi sui mercati energetici mondiali. Il nostro obiettivo era quello di ridurre in modo significativo i profitti della Russia derivanti da queste esportazioni e lo abbiamo raggiunto. Lo dimostrano le cifre del commercio: in quanto grande esportatore di combustibili fossili, la Russia ha sempre avuto un'enorme eccedenza con l'estero. Tuttavia, negli ultimi due anni, questo surplus si è ridotto quasi a zero".

"Oggi riceveremo i colleghi e gli amici dell'Indo-Pacifico. Ciò che sta accadendo nell'Indo-Pacifico è anche in relazione all'aggressione russa contro l'Ucraina. Il recente veto posto dalla Russia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul controllo dei missili balistici nordcoreani dimostra quanto la Russia e la Corea del Nord siano vicine e come collaborino per fornire armi per attaccare l'Ucraina. Ne parleremo", ha aggiunto Borrell arrivando alla Nato, dove prenderà parte alla sessione con i ministri di Nuova Zelanda, Australia, Giappone e Sud Corea.

"Avrò incontri con i nostri amici della Nuova Zelanda e della Repubblica di Corea. È importante guardare a ciò che sta accadendo in tre luoghi del mondo: il Mar Nero, scenario dell'aggressione russa all'Ucraina, il Mar Rosso, dove è dispiegata la missione dell'Ue Aspides e il Mar Cinese Meridionale: questi tre luoghi sono i punti caldi del mondo", ha notato.

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