Lecco. La squadra di 50 anni fa
Un tuffo al cuore

I protagonisti dell’ultima promozione in serie B datata 1972 celebrati in una giornata davvero speciale - Gli ex giocatori in coro: «Ci volevamo bene, non eravamo dei campioni e riuscimmo in un piccolo miracolo sportivo»

Ci deve essere una ragione per la quale centinaia di tifosi sono ancora aggrappati alla passione per la loro - spesso “ingrata” (in ottica-ambizioni) - squadra cittadina. A Lecco forse il motivo è che tanti bambini di ieri sono diventati grandi al Rigamonti-Ceppi, bardati di bluceleste. E “c’erano”, anche quando non erano ancora nati

Come nel giugno del 1972 quando l’ultimo Lecco che fece parlare di sé a livello nazionale, tagliando il traguardo più ambito della sua storia più recente con l’ultima promozione in serie B.

Tra il circolo Canottieri Lecco e il ristorante “Al Pontile-Da Orestino”, l’intensa celebrazione di quell’evento, fermamente voluta dal figlio - Antonello - dell’allenatore di allora Angelo “Ciccio” Longoni e magistralmente organizzata dall’Associazione Blucelesti 1977, condotta da Davide Ferrari che si è avvalso del fondamentale apporto - anche come storico bluceleste - del giornalista Marco Corti. E poi loro: gli splendidi blucelesti sul campo di allora, gli arzilli uomini maturi di oggi: dal sempre giovane Dario Belloli, al taciturno Attilio Bravi, al volitivo Roberto Colombo, alle colonne Luigi Giavara e Faustino Goffi.

Senza dimenticare il portierone Giuseppe Meraviglia, l’ex (poi anche mister) Gianfranco Motta, il capitano di sempre Giovanni Sacchi e il reattivo Lauro Pomaro. Con Fernando Tam - oggi diventato pittore e commediografo apprezzato -, che abbandonò il calcio quasi subito dopo quell’impresa per diventare imprenditore.

Una mattinata baciata dal sole della “Cano” lecchese, con un centinaio di tifosi - ma anche il primatista di presenze in bluceleste (472) Lorenzo Marconi e il presidente onorario dell’attuale Calcio Lecco 1912, Angelo Battazza - a bearsi di così tanti ex giocatori (che “fecero l’impresa”).

«Eravamo prima che una squadra, degli amici veri - è stato detto in coro da quei protagonisti -; forse non dei campioni, ma ragazzi che si volevano bene. E riuscimmo in un piccolo miracolo sportivo».

Al centro dei ricordi - e non poteva essere altrimenti - Ciccio Longoni (scomparso nel ’93) del quale Osvaldo Jaconi, in video collegamento dalle Marche (assente per motivi di salute) ha svelato un aneddoto: «Quando venne ad allenarmi a Lecco, ero in imbarazzo; era stato mio compagno pochi anni prima. Gli chiesi se voleva gli dessi del lei. Mi disse di andare al diavolo e che avrei dovuto decidere io. Gli diedi del tu, ma solo in privato». Con lui, sempre via web, si è poi collegato anche Adriano Casiraghi. Mentre la “star” di quella squadra, Angelo Marchi, era assente per cure.

Dopo l’apertura delle celebrazioni al circolo lecchese, il gruppo di festeggiati e tifosi si è spostato al ristorante dove, per precisa scelta degli organizzatori, si è pasteggiato che gli stessi piatti (nello stesso luogo) dove la squadra mangiava nei suoi “pre” e “post” gara.

Mentre sullo schermo in fondo alla sala scorrevano le foto di quell’annata e, infine - bellissimo anche perché a colori - un rarissimo video amatoriale di quel giorno in cui, nell’allora stadio “Rigamonti”, quegli stessi blucelesti (oggi incanutiti), furono premiati per la promozione conquistata (a Seregno) con un turno di anticipo. Un Lecco-Udinese con almeno 12mila spettatori sugli spalti. E tante lacrime (di commozione) nel cuore.

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