Ma Di Nunno è arrabbiato
Siamo ormai ai titoli di coda

Nonostante la vittoria contro al Giana, il patron del Lecco non ha gradito il gioco espresso dalla squadra.

In tribuna stampa succede sempre quello che non ti aspetti.

Vinci, conquisti la salvezza quasi matematica eppure vedi un patron, Paolo Leonardo Di Nunno, arrabbiato nero.

Che si lamenta con il mister, tra il serio e il faceto, per il “non gioco” di ieri.

«Non sono uno che può vincere in questo modo. Io voglio vincere attaccando» il suo sfogo. E De Paola gli risponde: «Io ho vinto due campionati di serie B e ho ottenuto due promozioni in serie A, con vittorie come questa...».

E per fortuna Di Nunno non replica. Perché la vittoria di ieri, invece, checché ne pensi il patron è da grande squadra: sofferta, fortunata, ma non fortunosa.

Una squadra che lotta sempre e si sacrifica, vince proprio queste partite. Non quelle che domina dal primo all’ultimo minuto. Troppo facile, verrebbe da dire.

Ma Di Nunno ieri ha rimesso il disco del Comune che non aiuta, della città che non merita, di lui che si sta svenando per questa società che non lo merita. Insomma, sembra proprio che si stia disaffezionando a Lecco e al suo calcio.

I titoli di coda sembrano sempre più vicini, tra lui e l’avventura in bluceleste.

Gli si fa notare che, invece, potrebbe costruire la miglior stagione da quarant’anni a questa parte, riuscisse l’impresa del quinto posto finale. Ma pare proprio interessargli poco.

Anzi quasi niente. Il che è un peccato. Perché Di Nunno in fondo è l’unico che paga e che mantiene le promesse. Ma poi non è mai soddisfatto. Un peccato, appunto. Per lui e per il Lecco.

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