Lora: «È un Lecco
che non molla mai»

Il centrocampista dopo l’1-1 di sabato a Busto: «Questo è stato un punto veramente prezioso. Avrei dovuto andare via, è vero, ma etica comportamentale e professionalità non le ho mai fatte mancare».

Il Lecco di sabato scorso al “Carlo Speroni” è uno dei pochi che non abbia perso in questo stadio davvero sfortunato per i colori blucelesti. La scorsa stagione un gol annullato a Mastroianni levò almeno un punto alla squadra allora guidata da D’Agostino. E l’altroieri stava per finire come quasi sempre negli ultimi 28 anni: con la sconfitta del Lecco.

C’è, però, un motivo per cui i blucelesti, nonostante abbiano giocato per più di mezz’ora in dieci contro undici, non hanno perso. E si chiama: centrocampo.

La mediana bluceleste di Masini e Lora, ha contribuito in modo decisivo alla fase difensiva e offensiva della squadra con una personalità che il centrocampo della Pro Patria non ha avuto.

Per tutto il primo tempo e poi per mezz’ora (dall’espulsione di Sparandeo in poi), la mediana ospite ha menato le danze. Bastava affidarsi a mister De Paola per capire cosa stava succedendo: «Pippo, falla girare, falla girare», e ancora «Vai di là, gira, veloce». E il pallone ballonzolava da destra a sinistra e da sinistra a destra. Vorticosamente.

Tanto che la Pro Patria non ci ha capito nulla per larghi tratti della gara. Anche quando, nel primo quarto del secondo tempo, ha meritato e raggiunto il pareggio, si è spinta con tutta la squadra nella metà campo bluceleste ma sempre buttandola in mezzo. Poi la difesa troppo bassa, l’impossibilità di avere altro riferimento che non fosse Nepi, ha reso quasi impossibile riportarsi in avanti.

Ma appena Lora e Masini hanno ripreso il controllo, ecco che il Lecco ha (ri)provato a vincere. A qualcuno è tuttavia sfuggito un nome: Filippo Lora. Ma come? Non era già al Siena? Non era andato via? Non doveva lasciarci? Invece no. È restato eccome. Lui si schernisce. Ma alla fine spiega con grande schiettezza: «Avrei dovuto andare via, è vero - ammette il centrocampista veneto -, ma poi le cose si sono sviluppate in altra maniera. Penso che da parte mia ci sia sempre stata un’etica comportamentale e una professionalità, importanti. Io ho sempre fatto quel che dovevo fare. Il mio obiettivo era sempre quello di migliorarmi a prescindere dal mio ruolo, dal fatto che avrei dovuto andarmene, e poi non c’era posto, poi dovevo rimanere, poi non dovevo più muovermi… Mi sono scivolate addosso, tutte queste cose. Io pensavo soltanto ad allenarmi. Poi avrei capito dove mi avrebbero mandato. E penso che sia questa la strada per raccogliere i frutti di un lavoro che io faccio ogni giorno sul campo». Insomma, sballottato di qua e di là, Lora ha chiuso occhi e orecchie fino a quando non è arrivata la conferma. Del campo, intendiamo. L’unica che conta.

Sull’essenza della partita, poi, Lora non ha dubbi. Chi si era illuso che il Lecco si fosse trasformato in una squadra che può fare man bassa dell’intera posta sempre e comunque, si è dovuto ricredere.

Ma non perché non ci sia stata questa possibilità anche a Busto, quanto piuttosto perché appena il Lecco gioca sotto ritmo (come nei primi 15’ del secondo tempo), va in difficoltà contro chiunque. Anche contro una Pro Patria che non ha espresso grande gioco.

«Le partite vere sono queste. Quelle che non ci fanno dimenticare chi siamo e dove vogliamo andare. Siamo una squadra umile che vuole continuare a fare bene. Ma sempre sapendo di dare il massimo. È stato un punto giusto e meritato. Siamo andati in difficoltà nel secondo tempo, all’inizio, ma poi, paradossalmente, dopo essere rimasti in dieci contro undici siamo tornati a giocare bene… Siamo una squadra che deve portare a casa la pelle e questo abbiamo fatto».

L’ex Cittadella in serie B ammette: «Questo è stato un punto veramente prezioso. Ci siamo fatti prendere dall’ansia, nei primi dieci minuti, ma poi ci siamo subito ricompattati. Segno che questa squadra non molla mai».

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