De Paola, felicità e orgoglio
«Possiamo salire più in alto»

Il mister bluceleste: «Fiero di quanto creato Entra uno, esce l’altro. C’è una voglia enorme di soffrire e di vincere».

Mister Luciano De Paola sa che il suo Lecco è una specie di sua immagine riflessa: concreto, cattivo e micidiale in contropiede. «Di sicuro è la sua qualità migliore - afferma - . Sono arrivato dopo cinque sconfitte. E quando torni in una squadra che va in difficoltà devi lavorare su caratteristiche che ti portano alla salvezza. La Pergolettese? Gioca anche bene. Avrebbe potuto passare in vantaggio due volte, ma poi la partita l’abbiamo fatta noi in lungo e in largo. Sono orgoglioso di quanto creato. Entra uno, esce l’altro. C’è uno spirito, una voglia di soffrire e di vincere, enorme. C’è tantissima voglia di far bene».

Le parole di Di Nunno sembrano non aver depresso l’ambiente, oamai sulle ali dell’entusiasmo: «Il presidente ha speso tanti soldi - fa presente -. Quest’anno rispetto agli altri anni può spendere di meno, visto il monte ingaggi inferiore, ma i conti in tasca non si fanno a nessuno. È in grande difficoltà per il suo lavoro, per i soldi che gli deve togliere. È giusto ascoltare compratori. E se uno gli dà i soldi che chiede, sperando che non siano 3-4 milioni, il Lecco andrà avanti bene. Prendere una squadra di serie C come il Lecco vuol dire prendere una realtà incredibile. La società ha un parco giovani che fa paura. Masini, Kraja e Vasic sono di altri. Ma ha Buso, Enrici, Tordini… che vogliono rimanere a giocare a calcio a Lecco. Ma questo non dipende né da me né dai giornalisti…».

Rivincita contro la Pergolettese che esonerò Di Paola dopo il miracolo salvezza? Il tecnico calabrese sorride: «Sorrido perché nella vita mi sono sempre comportato bene. Sono sempre subentrato. Ci sono esoneri in cui perdi 5-6 partite e poi vieni cacciato, ma io a Crema ho fatto una salvezza incredibile in una situazione difficile e non sono stato ripagato. Siccome esiste il karma, vedete? Io sono là sopra e la Pergolettese è giù. Mi dispiace perché ho un grandissimo rapporto con Crema e i tifosi. Ma il signore ha voluto che ci siamo reincontrati e io ho vinto. Eppure i giocatori per uscire da questa situazione, a Crema, ci sono».

Tanti giovani in campo, come sempre. E tra di loro Buso e Nepi. «A Nepi mancava il gol. Solo quello. Uno che fa questo mestiere e ci mette l’anima, lavora, va a letto giusto, mangia bene, poi se ha delle qualità viene premiato. Come Nepi. E di Buso ho già detto. Un gol da categoria superiore…».

L’asticella è più alta. Ora si pensa ai primi cinque-sei posti: «A me piace vivere alla giornata - taglia corto De Paola -. E sabato abbiamo la Virtus Verona. Partita difficilissima, su un campo difficile. Se penso che questa squadra possa andare più in alto? Lo penso. Ma dobbiamo pensarci dentro le quattro mura: senza pensare che siamo più forti degli altri».

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