Colico, Due mesi e mezzo
senza treni da e per Sondrio

Colico La notizia dello stop dal 26 giugno al 9 settembre ha colto di sorpresa la Filt Cgil: «Se ne doveva discutere. Intasamento sulle strade e disagi per turisti e lavoratori»

Dal 26 giugno al 9 settembre chiuderà la tratta ferroviaria da Colico a Tirano per lavori di manutenzione.

Ferrovie devono fare un lungo intervento di riqualificazione con la sostituzione dei binari lungo un tratto di settanta chilometri dove ogni giorno transitano sessantaquattro treni.

I treni saranno sostituiti da un servizio di autobus in partenza da Colico che seguirà il percorso ferroviario con le fermate previste.

Periodo di scarsa affluenza

Ferrovie e Trenord hanno optato per l’estate quando non ci sono gli studenti, confidando così di contenere i disagi, ed inoltre nel mese di agosto anche i pendolari che si muovono con il treno per raggiungere il posto di lavoro saranno in buona parte in ferie. Ma i problemi saranno comunque presenti per i turisti che da Colico salgono verso la Valtellina per le escursioni, abituati ad usare il treno.

Gli autobus e le corse sostitutive saranno ben indicate ma la Cgil nutre comunque molte perplessità soprattutto per le modalità con cui è stata resa nota la decisione.

«Ci sembra incredibile che un tema tanto delicato come quello della chiusura dell’unico tratto di ferrovia che attraversa il nostro territorio passi così in sordina. Ci saranno gravi ripercussioni ambientali, che nel 2022 dovrebbero essere una questione al centro dell’attenzione. È assurdo che non ci sia un dibattito su questo tema tra le istituzioni pubbliche», dice Andrea Frangiamore ,segretario generale della Filt Cgil Lecco e Sondrio.

«Vorremmo innanzitutto capire perché i lavori da effettuare, sostituzione delle rotaie, che sono in realtà di routine, comportano in questo frangente specifico ben settantacinque giorni di chiusura completa della linea, quando potrebbero essere eseguiti nelle ore notturne come avviene di norma, tanto più se venisse confermata la notizia che sul mercato non sarà disponibile la quantità di materiale necessaria a completare tutta la tratta - rimarca Frangiamore -. Ferrovie dovrebbero chiarire come intendono affrontare i disagi causati in termini di viabilità da questo fermo così prolungato. Considerando che i treni diretti necessitano dai tre ai cinque bus sostitutivi, se si moltiplicano questi numeri per le sessantaquattro corse giornaliere di cui sopra si ha un totale di centoventi corse autobus che per oltre due mesi intaseranno le strade, senza contare poi i mezzi pesanti che dovranno trasportare i prodotti aziendali in sostituzione dei treni merci».

Il traffico pesante

Il rischio è che il traffico diventi pesante, soprattutto sul fronte del trasporto merci, sia lungo la statale 36 che la statale 38 «con un incremento dell’inquinamento nelle zone dell’alto lago e della Valtellina, che per la stagione turistica, inevitabilmente compromessa, oltre a pesanti risvolti sulla vita dei pendolari. Infine, vorremmo capire quali saranno le implicazioni per i lavoratori normalmente attivi sulla tratta, che a oggi non hanno garanzie su come saranno impiegati e su quali mansioni saranno loro assegnate», conclude il segretario Filt Cgil.

Per settantacinque giorni non ci saranno i treni ma gli autobus sostitutivi e il traffico ne risentirà, di contro alla fine degli interventi al tratta avrà i binari nuovi.

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