Valmadrera: "Vi spieghiamo
la nuova cava della Holcim"

La multinazionale svizzera che possiede la cementeria di Merone ha richiesto l'autorizzazione per aprire una nuova cava di marna calcarea sul Cornizzolo dopo l'esaurimento della cava dell'Alpetto sopra Cesana. Ha organizzato tre incontri per presentare il progetto. Presenti anche gli oppositori del piano 

VALMADRERA Nuova cava del Cornizzolo: presentazione con contestazione. 

La Holcim, multinazionale svizzera che possiede la cementeria di Merone ha, come noto, richiesto l'autorizzazione per aprire una nuova cava di marna calcarea sul Cornizzolo dopo l'esaurimento della cava dell'Alpetto sopra Cesana. Ha organizzato tre incontri per presentare il progetto e spiegarne contorni e procedure, e l'altra sera davanti all'ingresso del centro culturale Fatebenefratelli il gruppo degli "Indignados no cava" ha manifestato con tanto di striscioni.

Ad ascoltare la presentazione fatta da Manuela Macchi e Marcelino Venares della Holcim, una cinquantina di persone, fra cui moltissimi giovani scout. E proprio da uno di loro è arrivata la domanda più imbarazzante: «Perché una multinazionale svizzera viene in Italia a sventrare le montagne italiane e non lo fa in Svizzera?».

Ovviamente provocatoria, ma con una risposta praticamente implicita: se non viene autorizzata una nuova cava, lo stabilimento di Merone rischia di chiudere per mancanza di approvvigionamento di materia prima.
Lo ha spiegato chiaramente Venares: «Far arrivare calcare e marna da cemento da lontano costa, ci riforniamo anche da cave bresciane ma la distanza è di 120, 150 chilometri, vorrebbe dire un costo di trasporto su camion troppo elevato».

Tutti i dettagli nel servizio su "La Provincia di Lecco" in edicola venerdì 30 marzo.

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