«Tremila euro e suo figlio è libero»
Ecco la truffa dei finti carabinieri

La polizia lancia una campagna di sensibilizzazione a tutela degli anziani

Non si fermano le denunce per truffa ai danni degli anziani. Dall’inizio dell’anno in città sono almeno 26 i casi denunciati e dal 2013 a oggi si è segnato un incremento di almeno il 5% di questi reati.

Nei giorni in cui la polizia lancia la campagna di sensibilizzazione contro la piaga delle frodi di cui sono vittime i pensionati, ecco emergere due storie identiche dalle ultime denunce presentate in Questura a Como.

Protagoniste - in entrambe le denunce - donne ultraottantenni.

Il telefono di casa che suona: «Signora, siamo i carabinieri. Suo figlio è rimasto coinvolto in un grave incidente stradale. Ora è qui da noi, lo stiamo trattenendo. Se vuole che venga liberato deve pagare».

I delinquenti hanno calcato la mano nel raccontare i particolari dell’incidente, le presunte responsabilità del figlio e le raccomandazioni. La soluzione per risolvere il brutto grattacapo del figlio? Ovviamente pagare.

«Verrà un avvocato... sono 3mila euro». Per la verità, in un’occasione, addirittura 3.800 euro. I truffatori sono subdoli: cercano sempre di mettere in difficoltà le loro vittime, le riempiono di parole e di numeri per creare più confusione possibile. Fatto sta che in entrambi i casi le anziane comasche si sono recate in banca e hanno prelevato i soldi poi finiti in mano agli sciacalli.

La polizia, proprio in questi giorni, sta cercando di sensibilizzare le potenziali vittime ricordando che in casi dubbi bisogna sempre chiamare per sicurezza il 112: «Non siete soli, chiamateci».

Qui il link alla pagina dedicata all truffe sul sito della Polizia di Stato.

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