Se arriva lo tsunami

non si salva nessuno

Qui a Lecco la partita vera si giocherà tra due anni, quando si tratterà di decidere chi deve prendere il posto di Virginio Brivio alla guida del Comune. Perché è vero che il Pd resiste nel suo fortino al di qua del Ponte Azzone Visconti, sfoderando un 25% in città, che sembra roba da stappare champagne visto com’è finita la gloriosa epopea di Matteo Renzi. Ma la lunga marcia delle truppe di Salvini è arrivata alle porte del capoluogo, dove nel 2003 il Carroccio superava di un filo il 10% e adesso si ritrova a incassare i voti di un quarto dell’elettorato anche sotto il Matitone.

Corsi e ricorsi della Storia, con il posto da senatore per Antonella Faggi che ha il sapore della nemesi. Nove anni dopo la caduta - per mano dei suoi stessi alleati – la Faggi riemerge improvvisamente e si va a sedere a Palazzo Madama, col vento in poppa della Lega e dopo una campagna elettorale personale ai minimi sindacali. Effetti di questo pasticciato “rosatellum”, che ben prima che gli elettori infilassero domenica il loro voto nelle urne aveva già disegnato la mappa dei collegi lombardi, dove alla Camera come al Senato la vittoria di Lega e Centrodestra era scontata. «Da 9 anni il mio cruccio nel cuore è quello di non aver completato il mio mandato da sindaco. Ho avuto un’altra chance e non volevo deludere la Lega», dice la neosenatrice. E non sarà l’unica donna lecchese, se consideriamo l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, eletta alla Camera dai cittadini di Abbiategrasso (cacciatori compresi, come fanno malignamente notare i commentatori a proposito dell’impegno animalista della parlamentare).

Bilancio in chiaroscuro per il Pd lecchese. Se i giochi per la giovane Veronica Tentori sembravano chiusi da un pezzo, sull’altare della politica renziana ha rischiato di vedersi sacrificato anche Gianmario Fragomeli, candidato a Monza dietro a Barbara Pollastrini con una mossa che non aveva certo fatto felice i militanti lecchesi. Fragomeli gode di consensi anche tra molti imprenditori per la sua attenzione al tessuto produttivo del territorio. Ma ce l’ha fatta in extremis.

Non sfonda il Movimento Cinque Stelle, che pure cresce di qualche punto percentuale rispetto alle precedenti politiche. Qui l’effetto Carroccio è possente, e i “grillini” ne risentono nonostante il minuzioso lavoro dei loro - pochi ma molto attivi - rappresentanti nelle amministrazioni locali.

Così forte la Lega - di gran lunga primo partito in provincia - da assestare un colpo da ko anche all’alleato Forza Italia, che al Pirellone non avrà neppure un consigliere. Una beffa per il partito di Berlusconi, dopo una campagna elettorale che ha visto i “brambilliani” fare corsa a sé anche per la Regione. Ne ha fatto le spese Mauro Piazza, che pure ha alle spalle cinque anni di lavoro intenso per il territorio. Rientrato l’altro giorno in Forza Italia con il collega Daniele Nava dopo la meteora Parisi, si è dato un gran daffare anche in campagna elettorale battendo a tappeto il territorio, le imprese e gli operatori turistici. Ma non è bastata la valanga di preferenze ottenute.

Lo tsunami che ha scosso l’Italia domenica 4 marzo non ha risparmiato neanche le tranquille acque di questo ramo del lago. E quando arriva lo tsunami non si salva nessuno

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