Paderno, delitto d’onore

ergastolo al mandante

Condannato Santo Valerio Pirrotta: assoldò i due killer per uccidere Antonio Caroppa

L’omicidio sarebbe stato ordinato da Alberto Ciccia, che era stato legato alla donna della vittima

Dietro le sbarre gialle vagamente scrostate della gabbia nell’aula principale del palazzo di giustizia di Como, a sentire la parola “ergastolo” l’imputato si getta in ginocchio. Il volto, rivolto verso il muro, spalle alla corte, velato di lacrime.

Colpevole, dunque. Sono servite tre ore di camera di consiglio ai giudici popolari e ai togati Valeria Costi e Vittorio Anghileri per emettere la sentenza che ha condannato al carcere a vita, come richiesto dal pubblico ministero di Lecco Rosa Valotta nella sua requisitoria, Santo Valerio Pirrotta, 46 anni, di Lurago d’Erba, imputato per l’omicidio volontario dell’operaio padernese Antonio Caroppa, freddato nel garage della sua abitazione nel maggio dello scorso anno.

Bisognerà attendere le motivazioni della sentenza - fra tre mesi - per comprendere il perché della condanna, ma è intuibile che i giudici abbiano ritenuto provata la ricostruzione dell’accusa.

E cioè che il movente più credibile per un omicidio altrimenti incomprensibile è quello del delitto cosiddetto d’onore. Carroppa avrebbe pagato con la vita il suo amore per Stefania Iannoli, in passato legata sentimentalmente con un ergastolano calabrese residente a Renate, Alberto Ciccia, in carcere a Terni per tre omicidi commessi a Capriano di Briosco nel 1996.

I legali di Pirrotta, invece, già preannunciano appello.

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