Lecco: il nuovo tribunale?
«E' un pugno nell'occhio»

Alto, troppo: si inserisce con prepotenza nel paesaggio lecchese. L'architetto Anselmo Gallucci punta il dito sull'edificio che sta sorgendo accanto alla vecchia struttura firmata da Cereghini. Secondo lui l'ennesima ferita. Ma l'associazione Italia Nostra dissente

LECCO - In tanti hanno notato che quel palazzo in costruzione svetta più alto degli edifici che gli stanno intorno, ma è l'architetto lecchese Anselmo Gallucci a uscire allo scoperto. Puntando il dito contro l'ampliamento del nuovo tribunale che rovina lo skyline della città.
«Lo vedo tutti i giorni, camminando dalla Malpensata fino al centro storico - dice -. Sopra la fascia di alberi, caratteristica del lungolago, già sormontata dagli edifici di piazza Affari, impossibile non notare quel palazzo in costruzione troppo alto. Svetta di almeno un piano e viene da chiedersi: cosa c'entra?».
Non vuole imbastire la solita polemica, ma segnalare un'evidente anomalìa che ferisce lo sguardo dei lecchesi e dei turisti. Si meraviglia che, pur trovandosi in una posizione paesaggisticamente delicata, il nuovo tribunale non sia stato concepito con più attenzione e sensibilità.
Ma Italia Nostra, l'associazione che tutela il paesaggio, a sorpresa dissente: «È troppo facile dire che è brutto», dice il presidente della sezione lecchese, Domenico Palezzato: «Prima di un giudizio definitivo, secondo me, occorre aspettare che il progetto sia finito. E tenere conto che l'esigenza di ampliamento non lasciava alternative: non sempre l'estetica prevale sulla funzionalità».

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