Lecco, un nemico invisibile
Il radon è a livelli di guardia

E' un gas naturale che si sprigiona dal terreno e pervade cantine e garage delle nostre case fino a inquinare gli ambienti dove viviamo. Il guaio è che provoca il tumore al polmone. Nel Lecchese la situazione è seria, come attesta l'indagine fatta dall'Arpa nel 2004. L'assessore provinciale all'ambiente, Carlo Signorelli:  «Un problema sottovalutato». La concentrazione è quasi il doppio della media nazionale

LECCO - È un nemico invisibile e forse per questo insidiosissimo.  Si chiama radon e stavolta la mano dell'uomo che devasta la natura non c'entra: non c'è niente di più naturale del gas sprigionato in certi tipi di terreno, soprattutto nelle zone montagnose, eppure fa malissimo.
Nel Lecchese a quanto risulta, il radon viene emesso in quantità largamente superiori alla media italiana: il valore provinciale è di 116 becquerel al metro cubo d'aria contro una media nazionale di 70. Lo attesta un'indagine dell'Arpa, l'Agenzia regionale per l'ambiente, condotta nel 2004 in molti Comuni (tanti i punti di rilevazione).
Del resto la Lombardia e il Lazio in Italia sono le aree più colpite. E nella nostra regione le province pedemontane sono quelle dove i valori sono più alti.
Se in Brianza l'inquinamento è abbastanza contenuto (ma comunque in media sempre più alto della media italiana) è sul lago e in Valsassina che si raggiungono picchi preoccupanti. Come a Casargo o a Premana.
La Provincia l'anno prossimo avvierà una campagna informativa promuovendo incentivi per gli interventi di prevenzione. Del resto la Regione alla fine dello scorso anno ha diffuso le linee guida a questo proposito.

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