Lecco, Libera su Wall Street
«Tutti collaborino al progetto»

Dopo l'assegnazione dell'ex ristorante della mafia al Comune che dovrà trasformarlo in pizzeria della legalità in base a quanto proposto da Libera, l'associazione chiarisce i termini del porgetto e risponde alle critiche

LECCO All'indomani della decisione dell'agenzia nazionale per la gestione e destinazione dei beni sequestrati di riaffidarle al Comune il locale Wall Street, confiscato al clan Coco nel lontano 1996, e di riutilizzarlo come pizzeria della legalità in base a quanto proposto da Libera, subito è partita la gragnola di critiche da parte di Qui Lecco Libera, da tempo attenta alle vicende dell'ex ristorante.

Perché una pizzeria della legalità e non un concorso di idee per allargare a tutta la cittadinanza e far scegliere come utilizzarla? Paolo Cereda referente provinciale dell'associazione Libera chiarisce la questione: «Per prima cosa - spiega - la scelta di destinare l'ex ristorante a una pizzeria della legalità non è stata di Libera ma dell'ex prefetto Valentini che l'aveva lanciata già due anni fa.E dopo anni di progetti andati in fumo in cui si è pensato di fare di tutto e non è stato realizzato niente, quella era sembrata l'idea più giusta per un locale che è stato simbolo della mafie.

E questo, senza bisogno di concorsi di idee visto che di idee ce erano già state tante e tutte irrealizzate è sembrato il più adeguato. Ma è stato solo il punto di partenza, niente di definito anzi tutto da costruire nel massimo della trasparenza ed è quanto è stato fatto l'estate scorsa, il 31 agosto al termine del campo di lavoro».

Il progetto insomma è tutto da costruire ed è aperto a tutti anche perchè Libera non gestisce nessun bene confiscato dalla magfia ma aiuta semmai le associazioni a trasformarsi incooperative come quella di Libera Terra per partecipare alla gara con evidenza pubblica. 
«Tutta con la massima trasparenza - aggiunge - e con l'unica volontà di restituire un bene confiscato alla città»

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