Lecco: la guerra dei cartelli
Appello per Lecco contro la Lega

A giugno l'amministrazione aveva tolto i cartelli in dialetto all'ingresso della città lasciando solo la scritta Lecco, un mese dopo qualche buontempone ha appiccicato l'"h" di Lecch e ora la maggioranza ripristina la regolarità

LECCO - Scoppia la guerra dei cartelloni in dialetto. Dopo la decisione del sindaco Virginio Brivio di togliere le insegne di leghista memoria all'ingresso della città ("Lecch" al posto di Lecco) e relative polemiche, qualche militante nostalgico ha deciso di riappiccicare la famigerata "h"sul cartello al Ponte Vecchio. Un'iniziativa che non è piaciuta per niente ad Appello per Lecco i cui consiglieri ieri hanno deciso di ripristinare la regolarità delle insegne. Peccato però che quell'"h" fosse attaccata così bene che staccandola si è rovinato anche il cartello che ora andrà sostituito. <Alterare un cartello istituzionale è un reato -commenta Corrado Valsecchi -  farlo con un adesivo o con il pennarello è una grande idiozia e mascalzonata. Il danno di immagine è fatto, per non parlare dell'estetica del cartello indicatore e ora anche il danno economico visto che si dovranno spendere altri soldi per cambiarlo. E' inammissibile, a questo punto non escludo una denuncia».

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