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Martedì 11 Ottobre 2011
Lecco: credito più caro
per le imprese
Effetti dello spread, del differenziale tra Btp e Bund tedeschi. Effetti che si sentono nelle tasche dei consumatori e nei conti delle imprese di Lecco, che devono confrontarsi con un costo del denaro più alto.
Secondo Aldo Calvani, direttore generale della Banca lecchese, la tempesta di agosto sui bond «ha causato un aumento del costo del denaro dell'1%». Credito più caro e più difficile perché «più difficile e più cara è la raccolta di denaro delle banche, dato che dobbiamo affrontare la concorrenza che viene dalla remunerazione che offrono i Btp o gli altri titoli di Stato. Ed è inevitabile che questo aggravio si trasferisca sugli impieghi. Inoltre la concessione di nuovi prestiti - nota Calvani - è in genere più selettiva. Da parte nostra - continua Calvani - cerchiamo per quanto possibile di venire incontro alle esigenze delle imprese del territorio, perché siamo un istituto con radici locali». Quindi anche le banche sembrano soffrire di una certa carenza di liquidità: tutto il sistema pare in sofferenza, più che plausibile visto che la fiducia verso il nostro paese è in caduta. E la fiducia è la merce più preziosa di cui dispone un soggetto economico.
Se si allarga la visuale, il denaro che costa di più incide di brutto anche sui mutui immobiliari. Il tasso di riferimento per i variabili resta l'Euribor che viaggia attorno all'1,5% e, considerata la congiuntura difficile che stiamo vivendo, non ci dovrebbero essere aumenti in vista. Ma a questo interesse va aggiunto lo spread applicato dalle banche che, in media, è superiore al 2,5%. Va a finire che un mutuo variabile costa attorno al 4,5%. Che è un tasso abbastanza alto e che, unito alla crisi economica, ha fatto calare del 18% in un anno il numero dei mutui erogati in Italia. E surroghe e sostituzioni si sono quasi fermate. Gli effetti si hanno sul mercato immobiliare, e quindi sul settore delle costruzioni e di tutta la filiera che sta a valle. Insomma, un effetto domino. I problemi del settore edile sono denunciati da più voci. Basti ricordare i fischi che l'assemblea dell'Ance ha rifilato al ministro Altero Matteoli. «Tante nostre imprese - sottolinea Paolo Cavallier, direttore di Ance Lecco - sono in sofferenza per la crisi dell'economia. Non si sottraggono a queste difficoltà i rapporti creditizi. L'impressione è che le banche tendano a scarica il maggior costo del denaro più sulle imprese che sulla clientela privata. In giro - nota Cavallier - c'è una strana ostilità nei confronti delle imprese che si innesta su una cultura che in Italia non ha mai agevolato l'attività imprenditoriale».
Cavallier ricorda che le imprese delle costruzioni «devono fare i conti con il patto di stabilità. Che oltre a bloccare gli appalti, allunga i tempi dei pagamenti delle amministrazioni pubbliche. E, in questo momento difficile, l'incertezza sui flussi di cassa rende la gestione aziendale più che mai complicata. E sempre in tema di appalti - conclude Cavallier - va ricordata la pratica sempre più diffusa di accorparne i più piccoli in uno più grande. Ma in questo modo si penalizzano le imprese di minori dimensioni che restano la colonna vertebrale del nostro sistema».
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