Lecco: arrivano i mini bond
Cento aziende possono averli
Manifatturiere o attive nel campo dei servizi: hanno le carte in regola per farsi finanziare
Non risolvono tutti i problemi ma è ossigeno
Cento aziende lecchesi, in gran parte manifatturiere ma anche dei servizi, hanno le carte in regola per farsi finanziare dal mercato nuovi investimenti attraverso l’emissione di “mini bond”.
La stima sul potenziale lecchese è di Anthilia Capital Partners Sgr che per le Pmi italiane ha creato Anthilia Bit (Bond Impresa territorio), il fondo che investe in mini bond e che ieri ha chiuso il suo primo investimento sottoscrivendo il primo prestito obbligazionario per 7 milioni di euro (rendimento 6,3%) per un’azienda con radici valtellinesi, Imi Fabi Spa, insieme a Creval e a banca Popolare di Sondrio. L’importo sarà quotato nel sistema multilaterale di negoziazione gestito da Borsa Italiana per il segmento professionale ExtraMot Pro.
Alternativa al credito bancario
I mini bond non risolvono a tutte le aziende il problema della difficoltà di accesso al credito, perchè la possibilità di sottoscrizione (legge 134 del 2012) è legata a seri standard di fatturato, di risultati finanziari e progetti di crescita, con attenzione all’internazionalizzazione. Tuttavia danno certamente una nuova possibilità di accedere a risorse a finanziarie come alternativa al credito bancario.
Mentre infatti fino all’anno scorso la sottoscrizione di mini bond era in pratica subordinata ai finanziamenti tramite banca, privilegiati nella fiscalità sulle garanzie, ora credito bancario e obbligazioni sono equiparati.
A determinare la svolta, in cui tuttavia le banche restano protagoniste se non altro perchè determinanti come punto di partenza delle operazioni, è stata la conversione in legge del decreto “Destinazione Italia” approvato dal Governo Letta a fine 2013 che ha così aperto alla costituzoine di un buon numero di fondi chiusi che danno la possibilità di accedere a credito non bancario alle Pmi che necessitano di finanziamenti contenuti.
In occasione della sottoscrizione avvenuta ieri pre l’azienda valtellinese Anthilia ha reso nota una sua indagine secondo cui sono 244 le aziende locali che hanno la potenzialità di emettere mini-bond. Di queste, 99 sono lecchesi, 121 comasche e 24 sondriesi.
«Lo screening – fa sapere una nota della società – condotto su un campione di più di 4.800 società di capitali con sede legale nelle tre province su dati relativi ai bilanci 2012 ha evidenziato come le imprese manifatturiere (145) e le attività commerciali (35) siano le candidate più numerose per poter usufruire di questa innovativa forma di finanziamento».
In particolare, le aziende target considerate dall’iniziativa hanno un fatturato compreso fra 10 e 200 milioni di euro, «si caratterizzano da buoni risultati finanziari e un’interessante storia di crescita», condizioni fondamentali per essere aiutate ad «intraprendere nuove idee imprenditoriali legate soprattutto al processo di internazionalizzazione del proprio business».
Oltre al manifatturiero e al commercio, l’indagine di Anthilia individua aziende meritevoli anche nei settori del trasporto e magazzinaggio (7), dei noleggi (4), della comunicazione (2), dell’intermediazione (8), nelle forniture energetiche (6), nell’acqua e gestione rifiuti (4), nell’immobiliare (8), nelle costruzioni (6), nelle attività professionali e scientifiche (14).
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