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Mercoledì 15 Febbraio 2012
Lecco: al Politecnico
un laboratorio green
Il primo edificio italiano a impatto zero inserito in un campus universitario porta la firma del Politecnico di Milano. È stato inaugurato al Campus Bovisa il progetto VeluxLab, coordinato dal prof. Marco Imperadori docente di Progettazione e innovazione tecnologica nel corso di Ingegneria edile-architettura nonché delegato del prorettore del Polo di Lecco, Marco Bocciolone, all'internazionalizzazione.
È stato inaugurato al Campus Bovisa il progetto VeluxLab, coordinato dal prof. Marco Imperadori docente di Progettazione e innovazione tecnologica nel corso di Ingegneria edile-architettura nonché delegato del prorettore del Polo di Lecco, Marco Bocciolone, all'internazionalizzazione. L'edificio adotta un sista costruttivo innovativo che, oltre a consentire un risparmio energetico, consente il riutilizzo dei materiali impiegati.
Si tratta di un progetto pilota di costruzione ad altissima efficienza energetica, alla cui inaugurazione hanno preso parte rappresentanti istituzionali e dirigenti del gruppo Velux, oltre naturalmente al rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone, che ha fatto gli onori di casa.
Progettato dal Politecnico di Milano e interamente finanziato da Velux, l'edificio diventerà un laboratorio d'eccellenza, dove i ricercatori dell'ateneo potranno sperimentare e testare nuove tecnologie e materiali per l'efficienza energetica in edilizia e per lo studio della luce e della ventilazione naturale. Ma, soprattutto, rappresenta uno stabile precursore di quella che sarà l'edilizia nei prossimi anni, in quanto dal 2020, in base alla specifica direttiva dell'Unione Europea, tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno rispettare i parametri che già si riscontrano in VeluxLab.
«Concepito come modulo sperimentale - hanno spiegato in ateneo -, la cui stessa forma consente una risposta "attiva" al mutare delle condizioni climatiche esterne, VeluxLab sarà costantemente monitorato nel tempo per valutare non solo i reali consumi energetici, ma anche il comportamento termico dinamico dell'involucro progettato e validare così i modelli analitici adottati. È stato, infatti, predisposto un sistema di sensori di temperatura superficiale e di intercapedine che, insieme a ulteriori contatori, fornirà il calcolo del consumo energetico finale dell'edificio».
L'intero intervento è stato condotto con un occhio di riguardo verso l'impatto ambientale. I pannelli isolanti a matrice lignea o facilmente riciclabili, i pannelli di rivestimento esterno in fibra di vetro riciclata, il riempimento delle intercapedini con polistirene sbriciolato derivante dagli sfridi triturati delle lavorazioni, la pavimentazione esterna in legno di iroko riutilizzato: sono tutti materiali che contribuiscono alla riduzione dell'impatto ambientale dell'edificio nel suo intero ciclo di vita. La stessa tecnologia costruttiva a secco consente di smontare e riciclare facilmente l'edificio nelle sue componenti, e di raggiungere ragguardevoli prestazioni energetiche ed acustiche.
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