Lavarelli, il ministero non cambia idea

Varenna No alla deroga chiesta dalla Regione: secondo Roma, il pesce non è originario del Lario

Il “caso lavarelli” non si sblocca. All’incubatoio di Fiumelatte la produzione degli avannotti rimane “congelata”. Potrà ripartire, a meno di nuovi stop, il prossimo anno, non prima però di settembre. Di conseguenza, le prime immissioni nel lago delle cosiddette “campagne ittiogeniche” potranno avvenire solo nel 2024.

La speranza di un dietro front da parte dell’ormai ex Ministero della Transizione ecologia (ora si chiama dell’Ambiente e della Sicurezza energetica) è svanita. A gennaio Roma aveva definito il lavarello “alloctono”, ovvero estraneo al lago di Como: di conseguenza, aveva dato mandato di evitare nuovi ripopolamenti nel Lario.

Regione Lombardia aveva chiesto all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) una deroga, che però non è arrivata. Dunque salvo clamorosi colpi di scena se ne parlerà il prossimo anno: tra l’altro, la commissione nazionale sta ancora discutendo sulla questione delle specie alloctone.

«La produzione dei lavarelli è ferma - conferma Alberto Negri, il biologo che si occupa dell’incubatoio di Fiumelatte di competenza della Regione - l’ultima immissione nel Lario è stata tra aprile e maggio del 2021 con un milione e 600 mila lavarelli dalla lunghezza fra i tre e i cinque centimetri. Questa primavera non ne abbiamo messo in acqua neppure uno, e sarà così anche per la prossima».

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