E' difficile trattenere la rabbia davanti a tragedie come quella di Barletta. Cinque donne sono morte sul lavoro, in un laboratorio tessile completamente irregolare, al di fuori di qualsiasi regola, legge o contratto, naturalmente lavoravano in nero 4 euro l'ora, meno del costo di una spremuta in un bar della nostra città (come ha recentemente detto con molta sicumera il mio amico ed ex collega Corrado Valsecchi).
Poi ieri sera in uno dei tanti teatrini televisivi ho sentito il presidente della nostra regione spiegare che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e quindi adesso dobbiamo fare sacrifici, lui guadagna 189.440 euro l'anno è l'equivalente di circa 24 anni di lavoro di ognuna di quelle donne uccise. Nessuna di quelle lavoratrici, potrà lavorare 24 anni, sono morte molto prima.
Ho l'impressione che siano centinaia di migliaia le persone costrette a lavorare in nero, ma la politica parla d'altro, si occupa di grandi numeri, poi se ogni giorno 4 persone vengono uccise mentre lavorano, naturalmente le sentite condoglianze non si negano a nessuno. Dicono i numeri ufficiali che nella vicina Svizzera siano depositati centinaia di miliardi di euro di "onesti cittadini italiani", ho l'impressione che nessuno fosse intestato a: Maria Cinquepalmi, Matilde Doronzo, Antonella Zaza, Giovanna Sardaro e Tina Ceci; erano impegnate a lottare ogni giorno per mettere assieme il pranzo con la cena.
Alberto Anghileri
Lecco
Questo è un Paese dalle mille contraddizioni, molte delle quali fanno venire la pelle d'oca. Ha ragione, in un passaggio della sua lettera che ho dovuto sacrificare, nel sostenere «che la politica è una cosa nobile, a condizione che si occupi dei problemi delle persone e non solo di che abita nei palazzi, in poche parole che garantisca una maggior giustizia sociale, che vuole anche dire evitare morti assurde in uno scantinato». Purtroppo non è quasi mai così.
Ernesto Galigani
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