Io, una lecchese
molto delusa
da questa città

Cara Provincia,

leggo la reiterata situazione Piccola...

Solo una considerazione:ma i controlli dove sono o dove sono stati?

La sicurezza dei Lecchesi dov’è?

Lasciamo stare le statistiche di Comune e Prefettura...

Molti cittadini non denunciano perché si sentono inquisiti per aver denunciato.

Lecco è ormai diventata invivibile per i residenti: accattoni in centro anche violenti e insistenti, accattoni fuori di alcuni supermercati e delle chiese che chiedono soldi e non viveri (chissà perché!!), paura di percorrere passaggi pedonali anche in pieno giorno...

Però tutto va bene...

Ci sono giustamente molti turisti visto la nostra bellissima città... poco importa se chi paga le tasse notevolmente aumentate soffre perché non riesce a vivere Lecco come vorrebbe.

Tutto va bene... cementificazione in aree residenziali con permessi comunali pagati a caro prezzo indipendentemente dalla situazione precedente (altezza delle costruzioni, aria, luce..) pride colorati, mercato in centro togliendo parcheggi, manifestazioni sportive...

Ma qualcuno dell’amministrazione comunale ha provato a vivere Lecco la domenica?

Moto parcheggiate sui marciapiedi e in ogni posto (ovviamente senza una multa!!)

code infinite sperando che non ci siano incidenti nell’attraversamento... aria irrespirabile per il traffico...

Ma a chi interessa questo malessere e sfiducia?

Purtroppo a nessuno... basta incassare.

Elisabetta Zamboni

Lecco

La legalità
e gli stipendi

Il ministro Giuseppe Valditara ha premiato gli studenti partecipanti al progetto “Legalità e merito” che valorizzava l’assunto: “La via della legalità è l’unica che porta al merito”.

L’aumento stipendiale dei dirigenti scolastici, che devono garantire il rispetto delle regole, contraddice tale tesi.

Si considerino le norme sull’autonomia scolastica che “si sostanzia nella progettazione”; il feed-back è la sua chiave di volta: capitalizza gli scostamenti tra attese ed esiti.

Si tratta della strategia operativa che la legge, nel 1974, ha fatto propria [DPR 416/74 art. 4 lettera c].

Esiste un preside che, in mezzo secolo, ha convocato il Collegio dei docenti per vincolarlo alle sue responsabilità educative?

Eppure l’attività dirigenziale consiste, primariamente, nell’orientare gli organismi collegiali.

Un compito molto gravoso sia per la variabilità delle problematiche, sia per il numero degli organismi da guidare.

Un compito che satura il tempo di un dirigente.

Una circostanza trascurata dall’amministrazione centrale.

I presidi, infatti, hanno responsabilità, anche penali, per svariati e numerosi adempimenti.

Un affollamento che impedisce una direzione orientata all’unitarietà, essenza del buon governo delle scuole.

Si può pertanto affermare che l’aumento stipendiale non è figlio del merito, ma è il giusto riconoscimento per un lavoro in un campo delle cento pertiche.

Enrico Maranzana

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