Berlusconi e Bersani facciano un dono agli italiani: si ritirino, troppi danni hanno già fatto all'Italia. La loro uscita dalla politica potrebbe favorire la formazione di un governo di coalizione a durata limitata tra Pd e Pdl, il primo con segretario Renzi e il secondo, possibilmente, con segretario Alfano; un governo guidato da una personalità stimata a livello internazionale, Monti tanto per fare un nome. Cadrebbe con la loro non compianta uscita uno dei motivi che impediscono la formazione di tal governo che dovrà prendere pochi provvedimenti e tra questi una nuova legge elettorale che elimini il porcellum. I mercati aspettano un segno di forte cambiamento e di riforme essenziali per una ripresa economica che stagna.
Carlo Mario Passarotti
L'idea di Monti premier continuista con poche e urgenti cose da fare prima di ritornare al voto è l'ultima idea di Grillo. Ma non è solo sua. Se Bersani non troverà i numeri per una maggioranza che gli garantisca la governabilità e il presidente della Repubblica rifiuterà il lasciapassare per immediate elezioni-bis con l'attuale legge elettorale, bisognerà inventarsi un esecutivo di transizione. E allora tanto varrebbe tenersi, con qualche aggiustamento, quello attuale. Aggiustamento vuol dire avvicendare qualche tecnico con uomini d'area politica. Un progetto irrealizzabile? Per ora sì, stando alle parole dei confusi leader di partito. Domani forse no. Dalla paralisi attuale si esce solo col pragmatismo. Quanto al futuro di Bersani e Berlusconi, potrebbe non passare di moda già nel presente, se un sussulto di senso dello Stato ispirasse a entrambi almeno un po' di buonsenso.
Max Lodi
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