Il lago in piazza
sorprende Como
Caos e polemiche

Maltempo L’accusa: allarme esondazione partito tardi La Protezione civile costretta a cambiare barriere mobili

Esonda il lago, ma la città si fa trovare impreparata. L’allerta scatta quando ormai il Lario è già in piazza, le barriere mobili scelte fanno “acqua” e soltanto nel pomeriggio, dopo dodici ore di lavoro, la Protezione civile riesce a ricacciare il lago indietro e conquistare una corsia libera.

Giornata di caos e di polemiche - ancorché sussurrate - quella di ieri. L’allerta meteo era nota da tempo, ma pare che nessuno avesse previsto un innalzamento così veloce del livello del lago. La cronaca delle ultime 24 ore sintetizza da un lato la “sorpresa”, dall’altro lo sforzo di tutti per limitare i disagi.

Comunicazioni difficili

Ore 21 di lunedì. Mentre piove a dirotto, il Consorzio dell’Adda avvisa (per quanto incredibile non si sa se l’informazione sia arrivata a Como) che il lago entro le 5 del mattino successivo sarebbe arrivato a quota 110, sufficiente per far saltare i tombini in piazza Cavour.

In realtà fa molto prima. E la Protezione civile scende in campo attorno alle 3 di notte, quando ormai è tardi. Vengono piazzate le barriere mobili in plastica rossa, quelle posizionate poco più di una settimana fa quando l’allerta esondazione poi è rientrata, ma non servono a nulla. Alle 8.55 la polizia locale è costretta a bloccare il lungolago all’altezza di piazza Matteotti. Le auto sono deviate verso via Rodari e via Cairoli, con la Ztl aperta. La città piomba nel caos. Sulla Lariana fino a 2 ore di coda per raggiungere Como da Blevio. Traffico paralizzato in via Manzoni, per lunghi tratti in viale Lecco e in via Dante.

Qualcosa nel montaggio delle “paratie” di plastica rossa non ha funzionato. Quindi in tarda mattinata si decide di cambiare: arrivano delle barriere in metallo, rivestite in teli di plastica, che hanno retto meglio. L’idrovora ha fatto il resto, prosciugando la corsia più vicino a piazza Cavour.

Alle 16.20 la polizia locale ha potuto così riaprire il lungolago, solo per le auto e su una corsia. Alle 18.45 nuovo colpo di scena: il lago sale troppo e allora la polizia locale decide di chiudere nuovamente la strada per tutta l’a notte e di valutare soltanto questa mattina l’eventuale riapertura. La chiusura, ha spiegato il Comune, «al fine di potenziare il sistema di pompaggio idraulico e di difesa dall’esondazione».

Per fortuna scuole chiuse

«La mattinata è stata difficile, poi superato il picco alle 16 siamo riusciti a riaprire in parte il transito – spiega Luciano Campagnoli, il vice comandante della polizia locale – Assicuro che la Protezione Civile era al lavoro già dall’alba e che al netto delle possibili polemiche, che pure ho registrato, è stato fatto il necessario. Ho vissuto molte esondazioni nelle file della polizia locale ed ogni volta chiuso il lungolago la viabilità di mezza città si blocca, è scontato».

Secondo la locale comunque le cose ieri mattina potevano andare molto peggio. Infatti gli istituti superiori erano a casa per il ponte, secondo le disposizioni date dalla Provincia nel calendario scolastico. Questo ha contribuito ad una minore circolazione delle auto. Detto che nella giornata di ieri sono saltati buona parte dei collegamenti dei treni con Milano, le esondazioni nel Monzese hanno bloccato non solo i treni, ma anche le principali arterie stradali battute dai pendolari in direzione del capoluogo regionale.

Subito fuori dalle porte della nostra città sempre critica la mobilità tra Lora e Lipomo, sull’ex statale come in via Oltrecolle. Lento lo scorrimento tra Lazzago e Grandate, complici poco oltre i lavori alle gallerie dell’autostrada.

Quanto ai detriti in riva al lago, all’hangar come al porto, si sono viste di nuovo le grandi chiazze di legname sceso dai monti. Fino alla metà del pomeriggio non si sono però visti dei battelli spazzini all’opera.

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