"I colpi erano tutti mortali"
Così è stata uccisa Loredana

Il delitto più vigliacco, quello del più forte sul più debole. A Loredana Vanoi, 60 anni, il carattere e la capacità di difendersi non mancavano. Ma contro la furia cieca di quel compagno affettuoso trasformatosi in belva in un istante non è riuscita a opporre alcuna resistenza. Un colpo, fortissimo, alla testa. Poi un altro, e un altro ancora. Tutti letali, secondo le prime valutazioni della polizia scientifica.

Sondrio - Il delitto più vigliacco, quello del più forte sul più debole.


A Loredana Vanoi, 60 anni, il carattere e la capacità di difendersi non mancavano. Ma contro la furia cieca di quel compagno affettuoso trasformatosi in belva in un istante non è riuscita a opporre alcuna resistenza. Un colpo, fortissimo, alla testa. Poi un altro, e un altro ancora. Tutti letali, secondo le prime valutazioni della polizia scientifica.


Sarà soltanto l'autopsia disposta dal sostituto procuratore Elvira Antonelli a stabilire esattamente quante volte Giuseppe Merlini, ha infierito sul corpo della donna.


Al culmine di un raptus di gelosia, a mezzanotte di venerdì, ha afferrato una coppa dal basamento in marmo, uno dei tanti trofei sportivi che in quell'appartamento di viale Milano sono di casa, e ha cominciato a colpire quella che in un istante era diventata la causa di tutta la sua frustrazione, di un rancore cieco che chiedeva soltanto violenza.


Poi, come al risveglio di un incubo, Merlini esce dalla stanza da letto e attraversa a piedi la città, fino alla questura. Non ha nessuna esitazione, entra. «Arrestatemi, credo di averla uccisa» dice agli agenti in servizio.


Le volanti e il medico legale sono immediatamente al civico 13 dove da sempre abitano i Vanoi. Si spera che quell'uomo di 65 anni possa essere confuso, che esageri, che la donna sia ferita ma che si possa ancora fare qualcosa. È bastato mettere il piede nella stanza da letto per rendersi conto che ogni tentativo di soccorso sarebbe stato del tutto inutile. Di quella insegnante vitale e vivace che in città conoscevano un po' tutti era rimasto soltanto il corpo immobile e inerte, il viso quasi cancellato dalla terribile violenza subita.


Per Giuseppe Merlini, residente a Mandello del Lario, nel Lecchese, anche se originario di Besana Brianza (oggi in provincia di Monza), è scattato il fermo di polizia giudiziaria di indiziato di delitto. Se il linguaggio del codice di procedura penale lascia salva la possibilità del dubbio, in questo caso sembra tutto anche fin troppo chiaro: l'omicida, ora in carcere in attesa dell'interrogatorio di garanzia, è proprio l'uomo con cui da oltre 5 anni Loredana aveva una relazione.


Restano soltanto i tanti perché di una vicenda che sembra impossibile da spiegare. Gli uomini della Squadra Mobile guidati dal dirigente Carlo Bartelli stanno svolgendo tutte le indagini necessarie per sciogliere tutti i dubbi. Anche in questo caso, però, nessuno si aspetta chissà quale retroscena.


Per questo l'omicidio, uno dei più efferati della storia di Sondrio, sembra destinato a rimanere sostanzialmente inspiegabile.


Una pista, quella privilegiata, porta al raptus di gelosia. Sembra che da qualche tempo la donna avesse messo in discussione la relazione che stava vivendo e che la cosa all'uomo non andasse giù. Forse quella sera le arrivato un messaggio di troppo sul telefonino, ma il particolare è ancora in attesa di essere confermato.


Eppure nessuno tra i vicini o tra le persone che conoscevano la coppia ricorda di aver assistito a litigi o di aver mai sentito delle urla provenire dall'appartamento dell'insegnante. <+togli_rientro>


Neanche la natura del rapporto che legava Loredana a Giuseppe era tale da far sorgere alcun timore. Una relazione adulta, tra persone mature da un pezzo, ognuna con una propria storia alle spalle. Entrambi avevano figli già grandi ed erano liberi da un pezzo dai propri precedenti matrimoni. Loredana Vanoi era vedova da anni, da quando una malattia gravissima le aveva portato via il marito, Vanni Gianola.


Il tempo del lutto e del dolore, poi il faticoso ritorno alla vita, fino all'incontro con Giuseppe Merlini, uomo tranquillo, gentile, di poche parole. Qualche piccolo precedente per reati contro il patrimonio, ha scoperto la polizia scavando nella sua vita. Ma roba vecchissima, pagata e archiviata da decenni. Non la persona pericolosa dalla quale guardarsi, insomma. L'amicizia tra i due pian piano si era trasformata in una vera e propria relazione. Non nella convivenza, però, anche se in questi giorni, per esempio, i due si trovavano entrambi a Sondrio nella casa di lei.

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